Di seguito pubblichiamo integralmente e senza modifiche la nota inviata a questa redazione dal coordinamento per l’Ambiente di Anagni e Colleferro:
Nella mattina dello scorso lunedì 11 luglio si è tenuta l’ennesima riunione della Conferenza dei servizi per il rilascio dell’autorizzazione all’avvio dell’attività del biodigestore di via Selciatella di Anagni. Dopo ampia discussione la riunione si è conclusa con un ulteriore rinvio a martedì 9 agosto p.v. Dopo tutte queste riunioni, in cui ancora non si è deciso nulla, si ha una strana sensazione: a cosa servono tutte queste conferenze squisitamente tecniche, dove vengono dettagliatamente analizzati i vari aspetti del funzionamento degli apparati industriali e date diverse valutazioni e prescrizioni, quando il nostro territorio non è affatto protetto da tutte le minacce all’ambiente: scarichi industriali lasciati scorrere nei corsi d’acqua e nel fiume Sacco, mancanza di depuratori, fenomeni visibili e invisibili di inquinamento delle acque e dell’aria, diossine, lindani e altre schifezze disseminate senza risparmio, bonifiche lungamente promesse e mai avviate…. In particolare chi garantisce il rispetto di queste prescrizioni per le nuove attività? La storia di questa valle ci ha fatto capire che non ci sarà mai una gestione virtuosa del nostro ambiente e, la libertà d’impresa, è ormai in conflitto permanente con chi non tollera più questa situazione. Nella Conferenza dei servizi hanno dato parere negativo due istituzioni fondamentali: la Provincia e il Comune di Anagni per l’urbanistica e la situazione sanitaria. Quindi sono contrarie le principali istituzioni che rappresentano i cittadini della Valle del Sacco. Si può fare impresa contro la volontà dei cittadini? Del resto non risulta che da parte industriale vi sia mai stata una mobilitazione a favore di uno stretto controllo del territorio, anzi a giudicare dalla pretesa di revoca del Sin (Sito di interesse nazionale della Valle del Sacco) si registra la presa di posizione opposta, rimuovendo puerilmente l’effetto per far scomparire la causa. Durante la riunione della Conferenza dei servizi è stato contestato al sindaco di Anagni la tardività del diniego all’impianto che nella fase iniziale aveva accolto positivamente e, anche, la non rigorosità del parere sanitario poco attinente in particolare all’impatto del nuovo impianto da autorizzare. Sulla prima contestazione nulla quaestio, anche se data la complessità della materia un ripensamento in linea con il principio di precauzione può e deve essere ammissibile. Non si spiega altrimenti a che servono procedure così lunghe e dibattute. Forse servono a rassicurare la popolazione sul rigore di una decisione autorizzatoria valutata approfonditamente che dia una garanzia di non pericolosità, a cui non segue quasi mai la conseguente rigorosa attività di controllo dell’impatto delle attività industriali. Per la seconda critica è paradossale che vengano richieste ulteriori analisi della situazione a tutti nota: la Valle del Sacco versa in una situazione ambientale catastrofica con interi settori del territorio ormai definitivamente perduti e morbilità da inquinamento sopra la media nazionale! Questo non è sostenuto solo nella relazione del Sindaco Natalia o dall’Associazione dei medici per l’ambiente, ma da documenti ufficiali ormai a tutti tristemente noti! Quindi non serve ripetere sempre le stesse cose. O forse analogamente vengono ripetute sempre per dare quella sensazione che vi sono autorità superiori che sorvegliano attentamente l’ambiente di vita del popolo inquinato! Magari si potrebbe chiedere ai responsabili della Asl cosa ne pensano della situazione della Valle del Sacco, dove già esistono diverse aziende a rischio di incidente rilevante con strutture sanitarie insufficienti per le normali cure ai cittadini figuriamoci per le emergenze! Ma gli esperti della Asl non sono soliti partecipare alle Conferenza dei servizi, chissà perché.
IL COORDINAMENTO AMBIENTE DI ANAGNI E COLLEFERRO
LE ASSOCIAZIONI:
ANAGNI VIVA, COMITATO RESIDENTI COLLEFERRO, DIRITTO ALLA SALUTE, RETUVASA,
Le associazioni Anagni Viva, fondata nel 1998 e Diritto alla Salute(DAS), fondata nel 2004, si occupano di sanità, ambiente, patrimonio storico-artistico, scuola pubblica e decoro cittadino.
Attualmente sono impegnate, insieme alle associazioni Retuvasa e Comitato dei residenti di Colleferro, in complesse e costose vertenze legali contro le autorizzazioni concesse dalla Regione Lazio alle lavorazioni di rifiuti che si vogliono sviluppare nel territorio di Anagni, quali il Biodigestore e la produzione di Gres porcellanato con l’utilizzo di scorie provenienti dall’inceneritore di San Vittore. Gravando di un ulteriore carico inquinante il nostro territorio.
Sostenere le attività e contribuire alle spese delle Associazioni Anagni Viva e Diritto alla Salute è semplice:
Si può farlo versando un’offerta in denaro sull’IBAN n. IT 96 X08 344 7429000000 184 8050 intestato all’Associazione “ Anagni Viva ” presso
BancAnagni, con causale NO al Biodigestore;
oppure destinando il 5xmille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) all’atto della compilazione della dichiarazione dei redditi alla Associazione di volontariato DIRITTO ALLA SALUTE, firmando l’apposito riquadro che figura sui modelli di dichiarazione e scrivendo il codice fiscale dell’Associazione DIRITTO ALLA SALUTE che è: 92034880606.
Si può anche contribuire direttamente con una somma in denaro contante che verrà presa in consegna da un nostro incaricato che provvederà a rilasciare una regolare ricevuta.
Per ulteriori informazioni telefonare al n. 3930723990.