29, 30 e 31 luglio: tre giorni di grande musica, ad Anagni, con la sesta edizione dell’Anagni Jazz Fest; il dott. Filippo Del Monte ha incontrato per anagnia.com il dott. Luca Pierron, direttore artistico dell’attesa kermesse, e gli ha posto alcune domande. Ecco cosa ha risposto:
Dott. Pierron, l’Anagni Jazz Fest è giunto alla sua VI Edizione, connotandosi come uno dei più importanti eventi jazzistici della Provincia di Frosinone. Quali sono le novità di questa edizione?
Ritengo che per questa VI Edizione la novità più importante sia il ritorno alla consueta programmazione strutturata su tre giorni, con due concerti a serata. Dopo le restrizioni dovute alla pandemia, poter tornare ad offrire alla città un evento ben strutturato è un risultato importante. Benché, infatti, la bellezza della musica non abbia confini, non posso negare che i limiti imposti dalla pandemia ci avevano penalizzato non poco.
Sotto il profilo delle scelte artistico-critiche direi che la novità più importante di quest’anno sia l’apertura al jazz internazionale con la presenza ad Anagni della vocalist canadese Eva Schubert e del trio del trombettista russo Alex Sipiagin.
Da Direttore Artistico come ha scelto gli artisti che si esibiranno ad Anagni? Perché proprio queste sono state le proposte scelte?
La scelta, devo dire sempre difficile, dei musicisti che si esibiscono al Jazz Fest di Anagni avviene generalmente attraverso l’ascolto diretto in concerti ai quali vengo invitato, ma anche seguendo il parere di esperti del settore che collaborano con l’organizzazione dell’Anagni Jazz Fest.
Ricevo, inoltre, un po’ da tutta l’Italia ma anche dall’estero supporti sonori delle formazioni che si propongono. Da ultimo, si cerca di fare una programmazione variata fra i generi del jazz in modo da poter accontentare il maggior numero di appassionati.
La Provincia di Frosinone ha una grande tradizione di festival dedicati alla musica jazz. Come si inserisce in questo contesto l’Anagni Jazz Fest?
Il Fest di Anagni ha, sin dall’inizio, cercato d’inserirsi nella rete jazzistica del territorio con una propria particolarità: abbiamo sempre puntato sulla cura della coerenza jazzistica, resistendo alle “chimere piacione” delle contaminazioni. Abbiamo voluto offrire al pubblico una certa idea di jazz, forse più tradizionale, ma comunque attenta alle avanguardie, purché rimangano entro i “confini” del genere. Ecco, questa è sempre stata la nostra cartina di tornasole e quella che ha determinato, per buona sostanza, l’apprezzamento del pubblico e la conseguente crescita dell’Anagni Jazz Fest nel corso degli anni.
Inoltre si cerca di valorizzare gli emergenti qualitativi e si tiene molto alla Collaborazione del Conservatorio Licinio Refice di Frosinone, un’eccellenza per l’insegnamento del jazz , fucina di molti jazzisti di valore, a cui offriamo volentieri il palco di Anagni.
Per concludere, secondo lei come è cresciuto l’interesse per il jazz ad Anagni e come procedere nel prossimo futuro per la crescita degli appassionati di musica jazz nella nostra città?
Bisogna partire dal presupposto che il jazz è un genere considerato da molti “di nicchia”, ma ad Anagni c’è sempre stato un gruppo di appassionati ed intenditori. Detto questo, la qualità dei musicisti che ogni anno si esibiscono ad Anagni attira sempre più pubblico consapevole dei valori musicali espressi.
Infine, l’Associazione da poco costituita, la “Asso Jazz Music Fest”, sta attirando ed interessando per i suoi propositi legati alla diffusione della musica di qualità e del jazz in genere. Tra le cose che vorremmo proporre in futuro, oltre l’organizzazione del Fest e di concerti, ci sono anche presentazioni di libri, corsi di Storia del jazz e viaggi culturali a festival già affermatisi e, magari, anche aprire ad una stagione innovativa di collaborazione con le scuole.