Ci sono argomenti che di rado vengono affrontati nella campagna elettorale di elezioni amministrative. Tipicamente, in queste competizioni i candidati tentano di attirare il consenso degli elettori con proposte tese a realizzare opere o servizi “tangibili”, che mirano a cambiare il volto della città secondo criteri spesso ispirati a un’idea novecentesca di sviluppo ormai superata.
Secondo noi le grandi sfide di questo tempo precario in cui sempre di più sentiamo minacciato il benessere faticosamente conquistato con gli anni impongono una radicale rivisitazione delle priorità dell’agenda politica anche a livello territoriale. C’è bisogno di programmi ispirati a realismo che sappiano da un lato raccogliere le ineludibili istanze di compatibilità ambientale e dall’altro individuare le modalità per preservare i beni primari messi a repentaglio dagli sconvolgimenti ambientali in atto, a cominciare dalla crisi climatica.
Pensiamo all’acqua. Non sappiamo se il messaggio porterà voti, ma siamo convinti che una gestione accorta e lungimirante delle risorse idriche debba essere uno dei capisaldi dell’azione degli enti locali nei nostri territori. Sempre di più il bene primario acqua soffre infatti di gravi problemi di penuria e di inquinamento.
I dati della stazione meteo del Comune di Frosinone ci raccontano di una drammatica assenza di piogge durante questo inverno: i valori delle precipitazioni del primo trimestre 2022 sono allarmanti, con un -86,5% rispetto alle medie storiche a gennaio, -75,8% a febbraio e -98,4% a marzo. E questo dopo che il 2021 nel suo complesso aveva fatto registrare un -53,8% rispetto alla media. Difficile credere ad una siccità anomala destinata a rientrare, giacché questo trend è in linea con le previsioni dei climatologi: dalle analisi degli scenari climatici descritti nel rapporto Analisi del rischio – I cambiamenti climatici in Italia del Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici (2020) emerge che le precipitazioni nel centrosud d’Italia sono destinate a ridursi sensibilmente, specie nel periodo estivo, mentre si assisterà ad un consistente aumento di giorni con temperatura minima superiore a 20°C e ad un aumento della durata dei periodi senza pioggia. Se questo è ciò che ci aspetta, le domande da rivolgere agli aspiranti sindaci sono: cosa proponete per limitare i danni in caso di siccità prolungate in un contesto di elevata competizione fra uso civile, agricolo e industriale? Quali rimedi suggerite per limitare gli impatti dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche superficiali e sotterranee? E inoltre, come intendete proteggere le fasce più fragili della cittadinanza dalle ondate di calore sempre più intense e prolungate?
Del resto, che ci si trovi di fronte a una grave crisi legata a una ridotta disponibilità idrica i frusinati possono constatarlo osservando il loro fiume, il Cosa, già ridotto a poco più di un rigagnolo ben prima dell’inizio della stagione estiva. Un fiume in secca vuol dire non solo perdita di servizi ecosistemici, di biodiversità e di pubblica godibilità della wilderness urbana, ma anche deterioramento della qualità dell’acqua per concentrazione degli inquinanti, eutrofizzazione e diminuzione dell’ossigeno disciolto, con associate le morie di pesci a cui spesso si assiste in estate.
In una simile situazione, la scandalosa inadeguatezza dell’infrastruttura, che vede la provincia di Frosinone ai vertici delle graduatorie nazionali per perdita d’acqua dalle condutture, dovrebbe rappresentare un tema di punta della campagna elettorale, che veda i candidati sfidarsi sulle strategie più efficaci per obbligare un gestore esoso e inadempiente ad investire sull’ammodernamento dell’acquedotto.
Sempre in tema di acqua, l’altra grave questione su cui far sentire il fiato sul collo ad ACEA è l’inefficienza dell’impianto di depurazione di via Pratillo. Se il gestore del servizio idrico è arrivato al punto di non autorizzare nuovi allacci alla rete fognaria se non a seguito dell’intervento dell’autorità giudiziaria, evidentemente le criticità del depuratore sono tali da impattare seriamente sulla qualità dell’acqua che viene reimmessa nel fiume dopo il trattamento. Ci chiediamo allora se non sia anche questo un tema da approfondire e su cui dibattere in campagna elettorale. Nei mesi scorsi noi ci abbiamo provato, inviando una motivata richiesta di incontro con la Commissione consiliare Ambiente, vedendoci però purtroppo rispondere picche da parte della Presidente Rotondi.
In conclusione, auspichiamo che l’enfasi sul “fare” che invariabilmente caratterizza le competizioni municipali non marginalizzi le urgenti, nuove necessità legate al “preservare”, a cui in questo momento storico abbiamo il dovere di prestare la massima attenzione per rendere più resiliente e sostenibile la nostra città.
articolo a cura di Stefano Ceccarelli, presidente del circolo di Legambiente “Il Cigno” di Frosinone APS