“Date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno in grado di fare tutto”. Questa famosa citazione di Oscar Wilde esplicita il senso e il fine delle battaglie portate avanti, nel corso di decenni, dalle donne. Potrebbe essere sintetizzata in questa massima la politica aziendale di Poste Italiane nei confronti delle sue impiegate donne e mamme, e anche nella provincia di Frosinone, si rispecchia in pieno questa capacità da parte dell’azienda di sostenere e valorizzare l’impiego femminile. Nella provincia ciociara il 60% del personale di Poste è donna: su 954 dipendenti, infatti, 572 sono donne e di queste 92 con figli minori di sei anni e Monia è una di loro.
Monia Morini, 41 anni, assunta in Poste nel 2002 come portalettere e dopo un diversificato percorso aziendale, dal 2014 direttrice dell’ufficio postale di Serrone. Tre figli di 13 e 4 anni e l’ultima di undici mesi, ci racconta com’è per lei lavorare in Poste Italiane con tre figli e come riesce a conciliare il loro lavoro in azienda con la vita familiare. Temporaneamente, per motivi di allattamento e fino al compimento di 1 anno della bimba, applicata alla sede di Osteria della Fontana,
“Una delle cose che ritengo siano più stimolanti e al contempo piacevoli del mio lavoro è quella di avere ogni giorno la possibilità di incontrare persone e di confrontarmi con loro. Non solo con i colleghi di ufficio ma soprattutto con la clientela con la quale, lavorando in una piccola comunità, si riesce a instaurare un rapporto di vicinanza, di fiducia e di amicizia. Oltre a garantire i servizi essenziali di cui le persone hanno bisogno, non è raro essere un punto di riferimento per molte persone che si rivolgono a noi per la risoluzione anche di piccoli problemi e di piccole necessità quotidiane o, in particolar modo gli anziani, solo per scambiare qualche parola mentre si effettuano delle operazioni in ufficio. Questa componente essenziale che qualifica il mio lavoro e anche la mia vita mi è mancata molto nel periodo in cui sono stata assente dall’ufficio. Avendo avuto l’ultima gravidanza durante la pandemia, infatti, ho limitato molto anche le mie “uscite” da casa per paura del contagio e nonostante la gioia della nascita di Aurora, non vedevo l’ora di rientrare a lavoro. Sicuramente questa situazione di emergenza ha contribuito molto a farci sentire isolati e un po’ confusi ma per me riprendere la mia attività lavorativa è stato un ritorno a vivere e a considerare la quotidianità in modo quasi normale. L’azienda in questo ci è stata vicino e sin dall’inizio ci ha fornito tutto l’occorrente per lavorare in sicurezza. In ufficio mi sentivo protetta. D’altra parte, francamente, conciliare lavoro e famiglia non è semplice, ma credo che necessità faccia virtù: con tre figli e grazie a tanta organizzazione e alla collaborazione del mio compagno riesco a fare tutto, anche a ritagliarmi del tempo libero che principalmente trascorro ascoltando musica e leggendo un libro. Entrambe queste attività mi rilassano e pertanto spesso le agisco, per così dire, in contemporanea.
Devo dire che ho anche la fortuna di lavorare in un’Azienda che ci tutela al meglio nel nostro ruolo di essere madri e ci dà la possibilità di poterci occupare dei nostri figli. C’è una grande attenzione in Poste Italiane sul tema della maternità e questo credo sia importante, per tutte le donne che lavorano in azienda e per me in particolare che ho avuto tre figli. Oltre a quanto previsto dalla legge c’è la possibilità di avere una certa flessibilità e questo è fondamentale nei primi anni di crescita dei bambini, quando le esigenze sono maggiori. Quest’attenzione, infatti, mi ha consentito di affrontare con grande tranquillità tutte le fasi della maternità poiché mi sono sentita tutelata e questo aspetto fa tutta la differenza del mondo per affrontare con grande senso di responsabilità sia il ruolo di mamma sia il ruolo di direttore di un ufficio postale, come nel mio caso. Lavoro e famiglia quindi sono le due componenti della mia vita alle quali non rinuncerei mai e quando, nell’ambito del progetto ‘Scuola e Filatelia’, la commissione ha scelto anche alcuni disegni creati dalla classe di mia figlia per la realizzazione di cartoline filateliche e come se tale relazione si fosse concretizzata regalando alla sottoscritta e alla mia famiglia una piccola grande gioia”