Successivamente all’arresto del ladro di auto avvenuto nella notte di ieri a Sora tra le vie Sferracavallo e Torino, i Carabinieri, avuto anche notizia del compimento di due rapine avvenute nella stessa serata, avviavano e concretizzavano, nell’ambito degli incessanti e consistenti servizi di controllo del territorio attuati nel sorano, una spedita attività info investigativa che consentiva l’identificazione degli autori delle azioni delittuose.
In particolare le due rapine erano state commesse nella serata del 6 dicembre 2021, la prima perpetrata da due giovani, uno armato di coltello e l’altro di pistola che, entrati all’interno di uno studio grafico, avevano intimato al titolare la consegna del denaro e del telefono cellulare, non concretizzatasi, per la coraggiosa opposizione della vittima, la seconda consumata successivamente, evidentemente dagli stessi due giovani, che introdottisi nel laboratorio di un sarto di origini pakistane e, sempre minacciandolo con le armi, gli avevano portato via il telefono cellulare. Due episodi inquietanti per la cruenta modalità di attuazione quanto per la facilità con cui i due malviventi erano entrati ed usciti dai negozi, evidentemente rimanendo sempre in centro città, la prima volta in un orario in cui vi era ancora molta gente in strada.
I Carabinieri della Stazione di Sora e del Nucleo Operativo e Radiomobile, nella notte successiva, avevano tratto in arresto F.S., un 20enne di Rocca d’Arce, già noto alle forze dell’ordine come lo struzzo per le lunghe leve e per la velocita nel correre quando tenta di sfuggire alle forze dell’ordine.
Questo, sorpreso dopo aver rubato una Renault Megane in Via Sferracavallo, era stato inseguito e, nella folle corsa nel tentativo di seminare i Carabinieri, si era fermato urtando un muretto in Via Roma poi fuggendo a piedi. Dopo le attività relative all’arresto, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile erano ritornati sui luoghi dell’inseguimento e proprio a ridosso della Via Torino rinvenivano in terra, a bordo strada, una pistola scacciacani (una replica perfetta di una Glock 17), priva di tappo rosso e perfettamente funzionante anche se non capace di espellere veri proiettili, arma presumibilmente utilizzata nel corso delle due rapine. Così mentre il giovane veniva portato a Cassino per la convalida dell’arresto, i militari continuavano ad indagare, prima cercando di individuare chi potesse essere il complice e contestualmente nella ricerca del possibile rifugio utilizzato dai due.
Emergeva che nei giorni scorsi F.S. era stato fermato a Napoli, nel quartiere di Secondigliano, dove si era recato con l’autovettura rubata al padre, unitamente ad un 17enne, anch’egli italiano ed originario di Rocca d’Arce. Acquisite le fotografie e diramate le ricerche alle pattuglie, alle 19,30 della sera, mentre lo struzzo rientrato da Cassino era sottoposto ad un serrato interrogatorio, veniva rintracciato il suo complice che si aggirava per le vie del centro. Bloccato dai Carabinieri in abiti civili che lo cercavano cercando di confondersi tra la gente, il giovane veniva poi preso in custodia da una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile e della Stazione di Sora giunte in supporto. Sottoposto sul posto ad una prima perquisizione veniva trovato in possesso di un coltello a serramanico, di un telefono cellulare e di pochi euro.
Portato presso il Comando Compagnia, dove già si trovava il complice, si accertava che effettivamente il coltello e l’arma, riconosciute dalle due vittime, erano quelle utilizzate per le rapine e che il telefono cellulare trovato in suo possesso era proprio quello rapinato al commerciante pakistano a cui veniva restituito (si allega foto delle armi e del telefono).
Si riusciva a scoprire anche quale fosse il luogo dove i due avevano trovato rifugio, un’abitazione dissestata all’interno della quale venivano trovati gli abiti indossati dai rapinatori e di cui si erano liberati per non essere riconosciuti, che venivano sottoposti a sequestro.
I due venivano deferiti alle Autorità giudiziarie competenti con le contestazioni del caso.
I Carabinieri sono ancora al lavoro per comprendere i movimenti dei due giovani nei giorni scorsi, non potendosi escludere che si siano resi responsabili di altri fatti non ancora loro attribuiti.