“Per contrastare la nascita di nuovi focolai d’infezione Covid-19 e controllare lo stato di salute di chi rientra dai luoghi di vacanza, il presidente della Regione Lazio Zingaretti e l’assessore alla Sanità D’Amato hanno organizzato ‘tamponi di massa’ in porti e aeroporti, puntando soprattutto sui test rapidi, con la ricerca del solo antigene, che danno un esito quasi immediato attraverso un dispositivo portatile. A carico del servizio sanitario pubblico, garantendo, a loro dire, qualità ed economicità al Lazio. Ma si tratta di una maldestra ricerca di consenso politico, attuata sulla pelle dei cittadini, per pubblicizzare una presunta superiorità della sanità pubblica laziale”. E’ quanto dichiara Luisa Regimenti, europarlamentare della Lega e responsabile Sanità per il partito nel Lazio, che aggiunge: “L’affidabilità di questi test rapidi, infatti, sembra essere scarsa e molti ricercatori, dell’Università di Pittsburgh ad esempio, dubitano che possano funzionare, perché è vero che il virus si annida nelle vie respiratorie, ma non in tutti i soggetti è reperibile nelle mucose più alte. Con i test molecolari su campione rino-faringeo (RT-PCR), in cui il materiale genetico è “amplificato”, il virus è individuabile, seppur con qualche falso negativo; ma in assenza di “amplificazione” la possibilità di individuarlo non è certa. Le aziende che studiano il test per la ricerca dell’antigene solo attraverso il muco nasale gli attribuiscono una sensibilità del 90% esclusivamente in base a prove di laboratorio. Ma una validazione certa non ci sarebbe ancora”.
“L’assessore D’Amato dovrebbe chiarire chi ha validato il test, con quali procedure e quali risultati, rendendo tali dati pubblici, trasparenti e completi” attacca Regimenti, ricordando la testimonianza del chirurgo Roy De Vita, che “partendo da un’esperienza personale ha evidenziato come i falsi positivi e negativi potrebbero essere ricorrenti, con la conseguenza di tenere in quarantena soggetti non infettati, o non riconoscere soggetti asintomatici”.
“Infine – conclude l’esponente leghista – vorremmo sapere perché escludere le strutture sanitarie private, che sono abilitate ad eseguire analisi molecolari, dalla possibilità di svolgere i test rapidi, così come avviene in altre Regioni, perdendo in tal modo parte delle potenzialità del sistema”.