Dopo 400mila anni trascorsi sotto una copiosa e durissima coltre di terra nel sito archeologico di Fontana Ranuccio, periferia di Anagni, questa mattina – martedì 30 agosto 2022 – è stata asportata e trasferita nella sede dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana del Convitto “Regina Margherita” di Anagni per essere catalogata, studiata e in seguito esposta: parliamo di uno dei più straordinari reperti archeologici mai rinvenuti sul territorio anagnino, ovvero la zanna lunga oltre tre metri e altri resti ossei di un antico esemplare di Palaeoloxodon antiquus, un enorme pachiderma vissuto nel periodo compreso tra il Pleistocene medio e quello superiore.
Un lavoro durato mesi, anzi anni, quello portato a termine dallo staff dell’IsIPU guidato dal prof. Stefano Grimaldi dell’Università di Trento, che dà finalmente lustro a questo splendido reperto consentendo finalmente agli studiosi di portare a termine così uno studio esaustivo della variabilità dimensionale e morfologica di questa specie di animale e di compararne le caratteristiche con quelle delle specie viventi.
“Ma non solo; in questo prezioso giacimento paleontologico sono stati rinvenuti, nel tempo, straordinari reperti risalenti allo stesso periodo: ossa di bue primigenio, lupo, rinoceronte, cervo e altri animali, le cui carni, probabilmente, sono state utilizzate come risorsa alimentare dall’Homo Heidelbergensis antenato dell’Homo di Neanderthal”, ha spiegato ad anagnia.com Luciano Bruni, appassionato studioso anagnino di Archeologia.
Già da diversi anni, le attività dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana di Anagni sono supportate dal contributo di BancAnagni che finanzia e sostiene non solo le fruttuose campagne di scavo a Fontana Ranuccio e in altri siti del territorio ma anche la catalogazione, conservazione e musealizzazione dei reperti finora rinvenuti.
“La collaborazione con l’Istituto Italiano di Paleontologia Umana, a cui il nostro Istituto di credito tiene in modo particolare – spiega il dott. Stefano Marzioli, presidente di BancAnagni – ha consentito finora di portare alla luce importantissimi reperti ed informazioni sulla storia antica del nostro territorio e si è tradotta in una straordinaria opportunità per rafforzare ulteriormente la sua conoscenza”.