Si è messo subito al lavoro, fin dal primo giorno del suo insediamento, l’attuale direttore generale dell’ASL di Frosinone, Angelo Aliquò, pur tra mille difficoltà e percorsi ad ostacoli per niente facili da affrontare. Dal 2018 alla guida della Sanità in provincia di Ragusa, prima come commissario e poi come manager, è stato poi individuato all’interno dell’albo dei direttori generali della Regione Lazio. Il 54enne originario di Palermo è stato anche Direttore Generale della Seus (strumento operativo del 118 a Ragusa) e sindaco del Comune di Gratteri. Laureato in architettura, Aliquò ha anche la passione per la scrittura.
Con lui, anagnia.com ha fatto il punto della situazione per quanto riguarda la questione dei servizi sanitari nell’area nord della provincia di Frosinone – con particolare riferimento a ciò che riguarda l’ospedale di Anagni – e per quanto riguarda altri importanti argomenti. Ecco come ha risposto alle nostre domande:
Il distretto sanitario A che fa riferimento alle aree di Anagni e Alatri dal 2020 non ha un direttore effettivo; neanche il concorso bandito a fine agosto 2022, nonostante avessero aderito alla prova ben cinque dirigenti medici, ha visto assegnare l’incarico (è stato espresso il giudizio di idoneità per un solo medico che ha accettato altra sede). Tanti cittadini reputano tale situazione un paradosso. Lei, invece, cosa ne pensa?
Non è un paradosso che sia stato espletato un concorso e che ci siano candidati non risultati idonei. E’ un dato di fatto, nel rispetto delle regole. Spiacevole, ma è un dato di fatto. Nei concorsi può capitare ed è capitato in quanto caso. Abbiamo ribandito il concorso e a giorni inizieranno le selezioni. Sono fiducioso, essendo state presentate molte più domande di partecipazione, che ci sia un risultato positivo.
Nella nota stampa dell’ASL di Frosinone in cui si informava dell’assegnazione degli incarichi di direttore del distretto D (Cassino) e del distretto C (Sora) si afferma l’intenzione di bandire un nuovo avviso interno per l’incarico di direttore del distretto A e per il distretto B. Cosa è mutato rispetto a circa due mesi e mezzo fa quando per il distretto B non era stato indetto l’avviso?
L’incarico che era stato assegnato ad interim ad un’altro dirigente per il distretto B scadrà a fine novembre e quindi abbiamo bandito il concorso sia per il distretto B che per il distretto A, e in questo caso il nuovo incarico avrà validità dal 1 gennaio.
Si ha l’impressione di un lento decadimento del presidio di Anagni che rappresenta l’ultimo baluardo a nord della nostra azienda: presidio sguarnito di qualsiasi vigilanza diurna e notturna; cancellazione delle attività degli APA chirurgici nonostante la presenza di una sala operatoria attrezzata e di personale professionalissimo e preparato; mancato ripristino da tempo dell’ambulatorio di gastroenterologia che consentiva l’effettuazione di esami come la colon e la gastroscopia. Lei intende dare una sterzata a questo trend negativo? Se sì, come?
Il problema di Anagni è principalmente collegato con la carenza di personale medico, problema – lo abbiamo detto e lo sentirete dire ovunque – che riguarda tutta Italia, non solo Frosinone. Se avessimo i numeri adeguati di dirigenti medici, per esempio in chirurgia, riusciremmo a dare servizi in ogni presidio territoriale. E’ ovvio e naturale, che vorremmo tutti, me compreso, attivare le prestazioni di piccola chirurgia ad Anagni come in altri presidi sanitari. Vorremmo che le persone fossero soddisfatte in tutto, ma dobbiamo avere i numeri adatti per poterlo fare, del resto non possiamo interrompere le attività chirurgiche maggiori e più a rischio per i pazienti in altri presidi. E’ quindi una scelta che speriamo possa essere superata quanto prima. Certo, non è facile vedere all’orizzonte l’arrivo di nuovi medici. L’ultimo allarme dell’Assessore D’Amato sulla esigenza di rifinanziare le scuole di specializzazione rivolto al precedente Ministro, speriamo sia accolto dal nuovo Ministro della Salute, che conosce bene i problemi della sanità pubblica.
In che modo pensa, poi, di fare fronte ai disagi dovuti al sovraffollamento del Pronto Soccorso di Frosinone che costringono a ore e giorni di fila anche chi ha situazioni di gravità estrema? Da considerare, poi, anche, la questione delle liste di attesa per le prestazioni specialistiche e la questione dell’informatizzazione che per alcuni servizi è ancora particolarmente carente...
Andiamo con ordine: per i PS, da un lato vale lo stesso principio della risposta precedente: i medici sono pochi e anche stanchi, ma questa non è la sola motivazione. Nell’agosto di questo anno una indagine dei NAS ha messo in evidenza come una grande parte di afflusso ai PS fosse dovuta a problematiche sociali più che sanitarie, ovvero persone fragili, anziani soli, che si recavano in PS per motivi non gravi, non avendo altri cui rivolgersi.
E poi c’è anche la nostra responsabilità, per questo stiamo rimodulando la distribuzione del PS di Frosinone, quello più problematico, (ma stiamo completando i lavori a Sora e Alatri) dando spazi più adeguati per accogliere i pazienti e stiamo lavorando per rafforzare il Triage e dare la possibilità agli infermieri, secondo regole precise, di poter effettuare determinati trattamenti. E’ un percorso difficile e lo sapevo bene, ma è la sfida che ho accolto perché credo che la sanità pubblica debba essere rispettata da quelli che la amministrano, da quelli che ci lavorano e da tutti i cittadini che ne fruiscono.
intervista a cura di Ivan Quiselli, direttore responsabile anagnia.com