Il vescovo della diocesi di Anagni/Alatri monsignor Lorenzo Loppa ha convocato i fedeli, il clero e la stampa per giovedì 10 novembre alle ore 12.00 presso il Centro Pastorale di Fiuggi per “importanti comunicazioni”. Tutto lascia pensare che l’incontro voluto dal Pastore della Chiesa anagnina abbia come fine quello di comunicare l’accettazione, da parte del Santo Padre Francesco, della rinuncia al suo governo pastorale della Diocesi di Anagni/Alatri e che, per l’occasione, venga annunciato il nome del successore dello stesso Loppa.
Ricordiamo che monsignor Loppa il 14 luglio scorso ha compiuto 75 anni, essendo nato – appunto – nella vicina Segni il 14 luglio 1947. Il diritto canonico prevede che i vescovi presentino le dimissioni al Papa per raggiunti limiti di età. Monsignor Loppa ci rivelò, in una nostra intervista concessa solo pochi giorni dopo il suo compleanno, che aveva già spedito in anticipo la lettera di dimissioni a Papa Francesco e al Nunzio Apostolico in Italia Monsignor Emil Paul Tscherrig: “così ho voluto dare più tempo perché venga scelto con assoluta tranquillità il successore quanto prima”, ci spiegò con un sorriso.
Quale sarà stata la decisione di Papa Francesco? Avrà nominato il quinto vescovo di Anagni/Alatri o avrà fuso nuovamente la diocesi con una confinante come si sta già facendo in diverse altre parti d’Italia?
Rammentiamo che il primo vescovo della Diocesi di Anagni fu Felice nel 487, mentre quello di Alatri fu Pascasio nel 551. Nel 1973, con la nomina del vescovo di Alatri a vescovo anche della diocesi di Anagni, veniva sancito l’accorpamento delle due sedi. Il delicato compito, che rimaneva affidato in prima persona al vescovo, si rivelò più arduo di quanto si pensava. Il popolo non mancò di manifestare il suo disappunto, ma l’opposizione più decisa si ebbe da parte di molti membri del clero e della pubblica amministrazione. Da parte sua il vescovo, cercò di rendere meno traumatico lo stato delle cose col dimorare alternativamente sei mesi in ognuna delle diocesi.
Ma la precaria situazione non poteva durare a lungo. S’imponeva la necessità di una sede stabile e la scelta cadde sopra Anagni, a motivo della sua nella storia della Chiesa e non solo. Nella scelta gli alatrini, ravvisarono una menomazione della loro città che da secoli, ininterrottamente aveva ospitato il vescovo in base all’antico adagio “Episcopus est in omni ed solo civitate”.
L’impopolarità dell’accorpamento delle due diocesi ciociare era ricaduta quasi esclusivamente sul vescovo Umberto Florenzani, “colpevole” di non essersi opposto e, più ancora, di aver preferito la dimora anagnina a quella di Alatri.
Ma il malinteso fu presto dissipato quando il 30 settembre 1986 Papa Giovanni Paolo II sancì la nascita della nuova diocesi di Anagni-Alatri, di cui monsignor Umberto Florenzani (106esimo vescovo di Anagni e 90esimo vescovo di Alatri) fu il primo vescovo, ma poco tempo dopo si ammalò e morì il 22 febbraio 1987.
Papa Wojtyla nominò amministratore apostolico della diocesi monsignor Pietro Garlato, vescovo di Tivoli, che la resse fino alla nomina il 7 dicembre successivo del nuovo pastore nella persona del lombardo monsignor Luigi Belloli, che ancora tutti ricordano con grande affetto e stima.
Fece il suo ingresso e prese possesso della cattedra il 6 marzo 1988, dove rimase fino al 1999, quando rassegnò al Pontefice le dimissioni per raggiunti limiti di età. Gli successe monsignor Francesco Lambiasi, fino ad allora Rettore del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni, che nel febbraio del 2001, chiamato dalla fiducia del Papa a rivestire il compito di assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana, lasciò il governo della diocesi nel giugno 2002, comunicando avvenuta elezione di monsignor Lorenzo Loppa, quale quarto vescovo della diocesi di Anagni-Alatri, che prese il possesso il 23 settembre successivo.
Sono passati venti anni da quel giorno: “certo con serenità e riconoscenza, ma anche con un po’ di dispiacere ho fatto la lettera al Santo Padre, perché venti anni di servizio qui ad Anagni sono stati tanti… ma il congedo dal servizio deve essere sereno, proprio perché servizio che inizia e finisce, non è un regime assoluto”, ci disse Loppa, sempre nella nostra intervista.
In merito a quando potrebbe accadere giovedì prossimo a Fiuggi, sempre durante il nostro cordiale colloquio gli chiedemmo: secondo Lei cosa succederà alla nostra diocesi, dopo che il Santo Padre avrà accettato le sue dimissioni? Si parla insistentemente di fusioni con altre Chiese vicine. Che ne pensa? “Sarà il Papa, come sempre, a decidere se e quando sostituire i vescovi che hanno raggiunto i limiti di età prescritti dalle norme canoniche, non è escluso per alcuni possa provvedere a una proroga. Per le successioni, infine, possibile anche che si possa procedere all’unione delle diocesi in persona episcopi per completare il processo di riduzione del numero delle diocesi italiane”.
“Papa Francesco, fin dal suo arrivo – aveva aggiunto Loppa – ha subito pensato di accorpare le diocesi in Italia, perché sono tante. C’è il progetto di accorpamento, però non va bene sempre e dappertutto. Io ho detto a chi di dovere che la diocesi nostra – premesso che non mi interessa, perché tra due, tre o quattro mesi o quando sarà andrò via – accetterà le decisioni del Santo Padre, però ho fatto notare come la diocesi di Anagni-Alatri sia particolare. In che senso? Per tre motivi fondamentali. Anzitutto viene già da un accorpamento, nel 1986 Anagni e Alatri, il 30 settembre di quell’anno diventano un’unica diocesi, già unita in persona episcopi con Mons. Umberto Florenzani. Poi questa integrazione è stata vissuta in modo pieno con Mons. Luigi Belloli e con Mons. Francesco Lambiasi ed è continuata con me prendendo piede, molto piede, non ci sono state battute di arresto. Siamo riusciti addirittura a far lavorare sacerdoti di Anagni ad Alatri e viceversa, nonostante siano due realtà molto diverse e complesse. Il centro pastorale diocesano di Fiuggi, inaugurato nel 2008, è stato fondamentale per questa integrazione e costruito per il 75% con i soldi dell’8 per mille, situato a metà precisa tra le due sedi. Secondo motivo, il Santuario della Trinità a Vallepietra, polmone che allarga la nostra diocesi, che in sei mesi annui di apertura – emergenza sanitaria permettendo – ha oltre 400 mila pellegrini e visitatori. L’altro polmone che estende la diocesi è, indubbiamente, il Pontificio Collegio Leoniano di Anagni, il Seminario Regionale di ben 12 su 17 diocesi del Lazio. Quindi il vescovo che sta ad Anagni, deve lavorare anche per il Leoniano, qualsiasi cosa succede il sottoscritto chiamano. Poi ci sono tanti problemi a partire dai sacerdoti che diminuiscono sempre più e accorpando le diocesi non è che aumentano, anzi!“.
Staremo a vedere cosa avrà deciso Francesco e cosa ci attenderà come diocesi e Chiesa anagnina per i prossimi anni a venire!
articolo e foto di archivio di Sante De Angelis
AGGIORNAMENTO: LA LETTERA INVIATA DALLA DIOCESI DI ANAGNI/ALATRI AI FEDELI:
il link per chi intende seguire la diretta da remoto
https://youtu.be/n5FECckGs5E