Non è l’atto finale che dà il via libera all’Autorizzazione Integrata Ambientale per ciò che riguarda il procedimento relativo al nuovo impianto di biodigestione e compostaggio in località Selciatella, come in molti hanno creduto; infatti oggi, giovedì 24 novembre 2022, il direttore della direzione regionale Ambiente ha richiesto ulteriore documentazione alla società proponente Energia Anagni: al ricevimento della stessa, “verrà emessa – così è scritto nel documento sottoscritto dall’ing. Ferdinando Maria Leone, dirigente A.I.A. – la determinazione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale”.
Tra l’altro, nei giorni scorsi, l’ente comunale aveva presentato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri opposizione avverso la determinazione regionale relativa all’istanza di A.I.A. ricevendo risposta pochi giorni dopo, ovvero il 22 novembre scorso; “da quanto rappresentato – scrive Carlo Notarmuzzi, direttore dell’ufficio preposto della presidenza del C.d.M. – deriva che codesto Comune non appare legittimato a proporre opposizione avverso il provvedimento di A.I.A. inerente alla realizzazione di un nuovo impianto di biodigestione e compostaggio. Nel richiamato parere – tuttavia – il Consiglio di Stato evidenza la possibilità nella legislazione, di fonte statale o regionale, di forme di delega delle funzioni di tutela di interessi sensibili“.
LA PAROLA AL MOVIMENTO “NO BIODIGESTORE ANAGNI”
“La determinazione pubblicata conferma le gravi carenze dell’istruttoria del procedimento di A.I.A. già emergenti dal verbale del 9 agosto scorso 2022 da noi impugnato il 31 ottobre con i motivi aggiunti nell’ambito del nostro ricorso promosso al Tribunale Amministrativo Regionale – spiega Luca Santovincenzo del Movimento “No biodigestore Anagni”, portavoce di LiberAnagni – con questa determinazione, infatti, la Regione consente alla proponente un ulteriore termine per l’ennesimo “aggiornamento” della documentazione, segno quindi che l’istruttoria svolta non era sufficiente. Ciò dimostra, inoltre, ove ce ne fosse bisogno, come fosse fondata la nostra originaria censura circa l’inammissibilità di una revisione radicale del progetto in sede di A.I.A.. Visto poi che il ricorso del Comune alla Presidenza del Consiglio sostiene, tra le altre cose, i nostri “numerosi e documentati argomenti” in sede di Conferenza dei Servizi, auspichiamo vivamente che l’ente intervenga nel giudizio davanti al T.A.R. di Roma“.
Il Sindaco Daniele Natalia spiega come l’Amministrazione Comunale si sta muovendo contro il biodigestore
Il Sindaco di Anagni Daniele Natalia spiega come si sta muovendo l’Amministrazione Comunale contro il biodigestore: «La notizia di ieri sull’autorizzazione del biodigestore da parte della Regione Lazio in realtà non è arrivata come un “fulmine a ciel sereno”, ma era già nota. La determinazione regionale di “conclusione motivata di conferenza dei servizi” relativa al biodigestore è la n. G15288 dell’8 novembre 2022, ma già nell’ultima conferenza dei servizi del 9 agosto la Regione Lazio aveva approvato il progetto e annunciato il rilascio dell’autorizzazione.
Dopo l’approvazione del biodigestore da parte della Regione Lazio, l’Amministrazione Comunale, con un lavoro di concerto in Commissione Sanità, ha dato incarico legale al Prof. Franco Gaetano Scoca per presentare ricorso sia al TAR che alla Presidenza del Consiglio dei Ministri contro quella determinazione regionale e dunque contro il biodigestore.
Con il ricorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, presentato il 18 novembre, il Comune ha fatto notare “di aver partecipato alla conferenza di servizi esprimendo pareri negativi e rilevando – tra le altre cose – il contrasto dell’opera in oggetto con le norme urbanistiche e igienico-sanitarie”. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha ribadito, attraverso una nota, che secondo la legge in vigore, i comuni non hanno competenza in materia di tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali e della salute e pubblica incolumità in quanto gli enti dotati di tali facoltà sono altri. Inoltre, spiegano da Palazzo Chigi, che non è di competenza di un comune il rilascio di pareri o atti necessari ad ottenere autorizzazioni per questo tipo di impianti. Tradotto in termini semplici: l’autorizzazione al biodigestore non è una competenza del Comune di Anagni e nonostante il parere negativo e l’opposizione espressa dall’Amministrazione e dai cittadini, il provvedimento è stato portato avanti lo stesso dalla Regione Lazio.
Nonostante questo, abbiamo comunque deciso di ricorrere anche al TAR ed il Prof. Scoca sta già lavorando alla presentazione del ricorso, in quanto riteniamo che gli atti autorizzativi della Regione Lazio siano viziati dal punto di vista procedurale e che la costruzione del biodigestore, così come concepito nel progetto autorizzato, non risponda né agli interessi né alle esigenze dei cittadini. Questo lo abbiamo già scritto nero su bianco e nel parere sanitario contrario, presentato in Conferenza dei Servizi, abbiamo anche evidenziato la motivazione medico/scientifica che ci ha spinto ad opporci.
Un breve commento, poi, sulla determina regionale G15288: sull’atto è espressamente scritto che il parere positivo dato dalla Regione Lazio alla costruzione del biodigestore è legato alla bonifica del terreno.
Lo avevamo già detto nella prima conferenza dei servizi che sarebbero state necessarie stringenti prescrizioni per la realizzazione di un impianto così impattante, prova del fatto che il Comune di Anagni aveva avuto ragione fin dall’inizio. La questione della bonifica non è di poco conto poiché la determinazione della Regione Lazio riporta chiaramente quali sostanze sono state trovate nel terreno dove deve essere realizzato il biodigestore, tant’è vero che è la stessa Regione a parlare di necessità della bonifica, andando ad autorizzare la costruzione di un impianto nonostante le conosciute e palesi problematiche dal punto di vista ambientale che già il nostro territorio presenta.
È anche partendo da questo presupposto che riteniamo, al netto del ricorso al TAR che presenteremo, quantomeno avventata la scelta della Regione Lazio di autorizzare, con certi presupposti, il biodigestore, segno tangibile della volontà politica ed amministrativa di non voler tenere in considerazione le legittime istanze dei cittadini di Anagni e dell’Amministrazione Comunale che li rappresenta».