La prima volta era accaduto l’11 luglio 2019, la seconda il 17 novembre 2020. Oggi il terzo caso che avrà sicuramente conseguenza sulla politica aerospaziale italiana. Due minuti e 27 secondi dopo il decollo del lanciatore Vega C, si è verificata un’anomalia poco dopo l’accensione del secondo stadio (Zefiro 40), che ha portato alla conclusione prematura della missione chiamata Vv22.

Una missione persa come ha comunicato Avio che ha contestualmente informato che “sono in corso le analisi dei dati di missione per chiarire le ragioni di quanto accaduto”.

Il nuovo vettore, costruito da Avio per la maggior parte a Colleferro e che aveva debuttato con successo a luglio, ha fallito nel portare in orbita i due satelliti della costellazione francese Pleiades Neo per l’osservazione della Terra.

Arianespace ed ESA hanno immediatamente deciso di nominare una commissione d’inchiesta indipendente. La commissione d’inchiesta è presieduta congiuntamente dall’ispettore generale dell’ESA e dal direttore tecnico di Arianespace. La commissione avrà «la responsabilità di evidenziare le cause del guasto e di proporre azioni correttive solide e sostenibili per garantire un ritorno in volo sicuro e affidabile di Vega-C», ha dichiarato in una breve conferenza stampa. «Ci assumiamo la piena responsabilità del fallimento di Vega-C», ha dichiarato Giulio Ranzo, capo di Avio, il capocommessa industriale per Vega-C.

VEGA-C

La nuova configurazione del razzo Vega è denominata Vega C (Consolidation) e garantisce maggiori prestazioni. Il nuovo lanciatore è in grado di portare fino a 2.300 kg in orbita terrestre bassa, con un incremento del 60% rispetto al Vega. 

Vega C sfrutta a pieno le capacità del nuovo adattatore del carico utile SSMS (Small Spacecraft Mission Service) per trasporto di decine di microsatelliti in orbita terrestre bassa. Inoltre, è il razzo scelto per il primo lancio del veicolo spaziale speriementale europeo Space Rider. 

Il volo inaugurale del Vega C è avvenuto il 13 luglio 2022. 

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