In replica alla nota inviata alla nostra redazione dall’ufficio Comunicazione del Parco dei Monti Simbruini, riceviamo la nota di Vincenzo Cecconi e Pietro Bianchini, consiglieri comunali a Trevi nel Lazio per il gruppo civico “Unione e Cambiamento”:
Da Consiglieri comunali, oltre che da semplici cittadini interessati, ieri mattina (giovedì 16 febbraio) abbiamo voluto partecipare al convegno indetto dal Parco dei Monti Simbruini sul tema “TURISMO SOSTENIBILE PER IL RILANCIO DEL TERRITORIO”.
Tema delicato ed importante, dato che attraverso il turismo può salvarsi o meno un territorio e, soprattutto, l’economia di un comune a cui è rimasto ben poco di cui vivere e, quindi, da vivere.
Per questo ci saremmo aspettati l’intervento di relatori qualificati, magari qualche esperto di turismo e soprattutto il coinvolgimento dei vari operatori economici del territorio, non solo di uno.
Invece, abbiamo ascoltato, per un’ora, solo ovvietà, banalità, incensamenti ed autoincensamenti, il tutto per poter tirare le somme ed affermare che “Parco è Bello” e lo è tanto più quanto le amministrazioni locali sono ad esso sottomesse, asservite, prone ed accondiscendenti e, in questo ruolo, quella di Trevi, ne è, sicuramente, la porta bandiera. Se poi i loro limiti gli impediscono persino di organizzare una serata di musica, tanto di guadagnato, ci pensa sempre il Parco con un bel “cabaret di fine estate”.
Sorvolando sull’ intervento della manager dell’Ostello Colle Mordani, dalla quale ci aspettavamo ben altro (…se in inverno c’è neve arrivano turisti e se non c’è non arrivano lo sapevamo anche noi, anche se ci è sembrata più una preoccupazione per Monte Livata), ci limitiamo a cogliere, tra tanta aria fritta, alcune affermazioni meritevoli di qualche considerazione:
– il Presidente ha affermato che i rapporti tra Parco e Comune debbono essere paritari, dimenticando una inezia: il Parco è un ente di scopo nato per gentile concessione dei comuni, il comune è un Ente di rilevanza costituzionale e, pertanto, tra i due, non c’è e non ci potrà mai essere nessuna condizione di parità, il primo è funzionale ad i programmi ed i progetti del secondo;
– sempre il Presidente ha, poi, concluso che, per sviluppare il turismo sostenibile, occorre che ci sia anche un’offerta di attrattori (ndr), ma dimentica che, lo stesso Parco, non ha mai aperto, in modo continuativo e funzionale, l’Orto Botanico, ha abbandonato l’Area Faunistica del Capriolo, ha terminato da circa 10 anni il Museo dell’Acqua senza che si intraveda la possibilità di fruibilità al pubblico (anzi, pare che sia già in rovina), ha abbandonato i sentieri (sia come pulizia che come tabellazione), senza considerare lo scempio del ponte di Comunacqe e delle condizioni in cui versa la Cascata di Trevi, ecc. ecc.;
– il Sindaco, invece, ha tenuto banco per raccontare l’epopea della ristrutturazione di Colle Mordani (la lezione storica studiata ad hoc è la specialità della casa), ma dimentica o evita di dire che quella struttura, ormai considerata dal Parco una propria roccaforte, è stata pensata e voluta da un sindaco di Trevi già dagli anni 80 (…e il Parco, ora, viene a parlare a noi di turismo sostenibile?!), il quale aveva una visione, un progetto che guardava lontano, mentre per lui, ha dovuto persino ammetterlo, si trattava di un progetto cui non aveva minimamente creduto.
E questo, secondo noi, dice molto sulla visione progettuale del nostro sindaco.
Ma il peggio doveva arrivare!
Al termine del brevissimo e sbrigativo convegno, durato circa un’ora e svoltosi in un giovedì di Febbraio dalle ore 11.00 alle ore 12.00 (della serie, partecipate numerosi!), chiedevamo di poter svolgere un intervento.
Avremmo voluto dare, cioè, il nostro contributo, come rappresentanti di una metà del paese, ma anche come cittadini ed ex amministratori.
Avremmo voluto sollecitare riflessioni, ma anche segnalare contraddizioni che impediscono, di fatto, un vero sviluppo del turismo sostenibile.
La critica, del resto, è e resta una dei contributi più efficaci per comprendere e correggere errori.
La nostra richiesta di intervento, in sostanza, nonostante fossimo le uniche due persone presenti veramente titolate a farlo (le restanti erano solo dipendenti del Parco), veniva letteralmente ignorata dal presidente Moselli, nel compiaciuto silenzio del sindaco di Trevi.
Non solo, mentre ci ignoravano, come fossimo aria, chiamavano ad intervenire il responsabile di un gruppo volontari di guardie zoofile, probabilmente a riferire sulle microcippature dei cani.
Argomento non pertinente alla giornata, ma episodio sicuramente esemplificativo di come il Parco consideri Trevi, i suoi rappresentanti (sindaco compreso!) e di quanta importanza venga riservata ad un tema come il turistico sostenibile.
Insomma un gesto arrogante, prepotente e persino di grande maleducazione. Il tutto perpetrato a casa nostra, in una struttura comunale per la quale tutte le amministrazioni susseguitesi nel tempo si sono adoperate per la sua realizzazione e, quindi, percepita come patrimonio di tutta la comunità locale.
Ma la cosa più desolante è stato il comportamento del sindaco, il quale, invece di rivendicare il diritto di parola per coloro che siedono allo stesso Consiglio da lui presieduto, tutti in rappresentanza del popolo di Trevi, ha preferito accondiscendere all’atto padronale quanto inqualificabile dei vertici del Parco.
Ecco! A 40 anni dalla nascita del Parco dei Monti Simbruini, nella mattinata di Giovedì 16 febbraio 2023, si è materializzata la sintesi dell’arroganza, della prepotenza, della supponenza che questo ente ha esercitato e, grazie a sindaci come Grazioli, continua ad esercitare su questo territorio.
Per la cronaca ne è scaturito un battibecco per cui uno di noi ha preferito abbandonare la sala (Vincenzo) e l’altro (Pietro), seppur risentito è riuscito a spiegare che non si può parlare di “offerta differenziata del territorio” quando, ad esempio, l’attuale amministrazione, modificando il PRG, ha appena soppresso il campeggio delle “Molette”, realizzato con un finanziamento regionale.
Qualcuno, nel trambusto, ha avuto anche il coraggio di accusare noi di esserci recati al convegno con il preciso intento di polemizzare e disturbare. A loro non è passato nemmeno per l’anticamera del cervello che se c’è stata una provocazione quella è venuta proprio dal Parco e dalla messa in scena di un convegno totalmente autoreferenziale.
Poi ce ne siamo andati, lasciando al Presidente, direttore e dipendenti del Parco campo libero per continuare a guardarsi l’un l’altro e raccontarsi, come un mantra, “QUANTO SIAMO BRAVI, QUANTO SIAMO BELLI”.
Vincenzo Cecconi e Pietro Bianchini
p.s. – nella foto allegata l’esempio della cura del nostro territorio.