Il 4 marzo 2023 il comitato Pontegrande indice una riunione aperta a tutti i residenti con il seguente proposito: “pensiamo sia opportuno organizzare un incontro che, nella più sicura cornice di democrazia e di rispetto reciproco, consenta a tutti i residenti del quartiere di stabilire modi, tempi e metodi che consentano a Pontegrande di partecipare in maniera forte, univoca e concreta alle prossima elezione comunale”. Si legge altresì nel volantino informativo: “Vogliamo che i residenti, tutti insieme, decidano di darsi una rappresentanza”.
Quel 4 marzo vi furono diversi interventi per delineare il profilo di un candidato ideale per Pontegrande (ma attenzione: non venne scelto un candidato in particolare): chi sosteneva che fosse necessario prediligere un partito rispetto ad una lista civica perché più identificativo; chi alludeva ad un percorso maggiormente affine al governo nazionale e regionale, chi (come il sottoscritto) affermava di valutare il singolo candidato nelle idee e nei propositi, a prescindere dallo schieramento.
Quell’incontro si concluse senza una decisione, ma solo con l’auspicio di ritrovarsi successivamente per un confronto con tutti i candidati. Auspicio che, tuttavia, cadde nel vuoto: nessun nuovo incontro, nessun confronto tra candidati, nessun aggiornamento. Addirittura, circolerebbe l’ipotesi sempre più insistente che il comitato Pontegrande, accantonando gli iniziali propositi di partecipazione democratica, abbia scelto il proprio candidato senza tener conto della volontà dei residenti. Un fatto gravissimo che ad oggi, nonostante diversi malumori locali e nonostante un mio primo appello web, non ha ancora prodotto alcuna smentita: se essa arriverà entro 24 ore, ne sarò ben lieto perché vuol dire che immediatamente dopo verrà indetto un nuovo incontro (così come auspicato inizialmente dallo stesso comitato); se, invece, tale smentita non dovesse ulteriormente pervenire, organizzerò io stesso (ed assieme a chi sosterrà questa iniziativa) un confronto democratico tra tutti i candidati del quartiere Pontegrande, per ricucire quella che sembrerebbe essere una brutta pagina di democrazia.
nota a cura del prof. Manuel Caruso (Ferentino in movimento – Ferentino 2030), residente a Pontegrande da 28 anni