Sono dei veri e propri “simpaticoni”, e letteralmente mezza città (e pure di più) aspetta i loro post per trovare spunti su cui sorridere, ma anche per riflettere. C’è pure chi si è iscritto ai social-network solo per leggere le loro invettive: arguti, liberi, puntuali, impietosi nel denunciare debolezze e scandali del potere, resistenti, insuperabili e ben organizzati quando si tratta di spaziare da un tema all’altro, con padroneggiamento di idee e con sorprendente capacità di colpire nel segno.
Loro sono Marco Travaso, Belpietro Laperteca, Giulietto Ferrari, Gad Verme e Emilio Fedez, o – almeno – questo è il nome con cui si fanno chiamare, e sono i redattori di “Uanemammamea”, pagina satirica (ma non troppo…) temuta da politici e aspiranti tali, giornalisti, imprenditori, professionisti e molti altri, che ogni giorno produce post e battute esilaranti, colpendo chiunque abbia a tiro. Sono presenti sia su Facebook che su Instagram.
Nelle loro maglie – da qualche anno – finiscono un po’ tutti e ormai sindaco, consiglieri, assessori si sono rassegnati: “tenimo su guaio, ci attocca da tene’; mica i potimo ammazza’…“, avrebbe detto di loro – sottovoce – il primo cittadino Daniele Natalia, parlando con un suo fidato assessore. Ma chi c’è realmente dietro a questa pagina e soprattutto… che gli dice la ciocca?
Abbiamo provato a chiederlo direttamente a loro, anche se non è stato facile trovarli e stabilire un contatto, talmente sono eterei ed impalpabili.
Allora, Marco Travaso, Belpietro Laperteca, Giulietto Ferrari, Gad Verme e Emilio Fedez: ma voi esistete davvero o siete il risultato di un’inferenza logica prodotta dall’Intelligenza Artificiale?
Risponde Marco Travaso: “innanzitutto benvenuto nel nostro bunker in questa località segreta di Faito. La redazione più che alimentata da intelligenza artificiale è spinta dalla frustrazione. La frustrazione di vedere sempre i soliti soggetti muovere i fili, il provincialismo della domanda “a chi si fio?”, domanda ricevuta durante un colloquio di lavoro. La tristezza nel vedere una città stupenda usata male, una città a misura di anziano senza inziative di spessore per i giovani, una città che sono 30 anni che inaugura un museo che è ancora chiuso, una città che in periodo di elezioni non si fa troppe domande quando gli chiedono il voto in cambio di un posto di lavoro a tempo determinato, la città delle spintarelle. Ma rimane uno dei più bei paesi della Ciociaria – e forse d’Italia – che si porta dietro la zavorra degli intrallazzi.
Parliamo di voi; chi siete e qual è il ruolo di ognuno di voi?
La redazione di “Uanemammamea” è così composta: Marco Travaso, direttore e creatore della pagina; Bel Pietro La Perteca, vicedirettore e politologo; Emilio Fedez, politologo, storico e partecipante ad alcune cene di Arcore; Gad Verme, critico cinematografico, creatore di meme e di giochi da tavola da surf; Giulietto Ferrari, infiltrato nella società anagnina (non fa nulla, ma scrivere parassita sembrava brutto). E per ultimo – ma non per ultimo – Gianbel Granfico, cintura nera di Adobe Photoshop, creatore di meme e creatore di quasi tutte le immagini pubblicate sulla pagina”.
Complimenti, gran bella squadra! Parliamo del nome, ora. “Uanemammamea”: classica espressione anagnina che esprime stupore, sorpresa ma anche paura e, in qualche caso, rassegnazione; ci raccontate come è nata questa pagina e il perché di questo nome?
Risponde Marco Travaso: “la pagina è nata quando quasi 10 anni fa quando io lavoravo anche 12 ore al giorno un po’ sotto contratto e un po’ in nero per una famiglia di imprenditori della città dei papi. Nei momenti di pausa mi capitava di leggere gli articoli di Anagnia e la mia mente li elaborava sempre in modo divertente. Così ho pensato di creare una pagina alla Lercio ma circoscritta al paese in cui vivevo, fatta per dare vita ai pensieri stupidi della mia testa ma anche per dire le cose che tutti sanno ma nessuno vuole dire. Un po’ come Pasquino negli anni dei social network. L’espressione “Uanemammamea” 10 anni fa era praticamente diventata un tormentone tra i miei amici ed era la parola che secondo me meglio rappresentava una pagina così“.
“Anagni non è solo raccomandazioni, tangenti, furetani e oriundi immigrati aiutati ma anche molto ma molto peggio”; parole vostre, di qualche anno fa. Nel frattempo, qualcosa è cambiato?
Risponde Belpietro Laperteca: “è cambiato quasi tutto, caro Lorenzo Lamas della carta scritta: le raccomandazioni sono diventate inutili causa mancanza posti di lavoro, le tangenti scarseggiano data la ristrettezza delle leggi sul contante (ormai non si può mettere più niente sotto ai piatti) e alla fine gli oriundi immigrati aiutati si sono rivelati migliori degli anagnini stessi. In compenso il peggio è arrivato, come – ad esempio – le 84000 tonnellate di immondizia che ci volevano (e vogliono ancora?) far digerire, le frane e le ammucchiate politiche a destra e a manca”.
Parliamo di elezioni, tema a voi particolarmente caro e tra l’altro molto attuale. Ci fate una panoramica della situazione?
Risponde Emilio Fedez: “tanto per cominciare ci pare assurdo che veniamo accreditati come voce politica autorevole, già questo ci dà il quadro di come, secondo noi, sta messa la situazione. A mio parere quando ci stanno le elezioni il teatrino verte su tre attori: l’elettore, la stampa e i candidati. I primi: ci dispiace costatare come parecchi (ma non tutti) siano lo specchio del provincialismo più gretto e becero, che denota proprio la mancanza di consapevolezza dell’importanza del voto come strumento di cambiamento. Ma l’hai visto il consiglio? Me parono usciti da un cinepanettone anziché da una espressione di voto popolare. Poi la stampa, beh vabbè… c’è tutto un ventaglio di disagio fatto di stipendiati/e o sponsorizzati/e da noti imprenditori, velleitari/e che mandano in caciara il dibattito e infine quelli che scrivono ma che non potendo fa’ i nomi pare de sta’ a legge’ un articolo scritto dalla sibilla cumana. C’è spesso l’impressione che le opinioni di chi scrive siano mediate da secondi fini o istinto di conservazione e farsi un’opinione oggettiva diventa più difficile che capire quali meriti abbiano portato a fa’ l’assessore Marino. In ultimo, i candidati: una coalizione di gente che decanta onestà e pulizia che oltre a sottolineare i limiti degli altri non ha contezza di quello che vuole; altri tre candidati che purtroppo lo sanno benissimo quello che vogliono, figli della stessa politica stantìa -e ti prego di apprezzare il linguaggio arepulito – non fanno che chiudere un quadro pessimo. Non vorrei fa’ il polpettone retorico, però è colpa di questo quadro se la Valle del Sacco verte in queste condizioni, se il cittadino non ha coscienza di sé e del territorio: la sua espressione sarà sempre il politico chiacchierone che poi va a rappresentarlo. Poi è scontento e se viene a lagna’ da noi! Idi ca nen simo la De Filippi!”.
“Ad Anagni non se voterà il migliore, solo il meno peggio”; sempre parole vostre, stavolta di pochi giorni fa. Chi è il meno peggio, secondo voi?
Risponde Belpietro La Perteca: “se non lo avete capito, ma essendo stati l’unico Comune d’Italia con Cas@pound al ballottaggio quindi va bene, parliamo lentamente così ci potranno comprendere tutti: a noi della politica e dei politicanti non interessa niente. Ma scusi, che fa mi chiede a chi darò il mio voto? Ma che non lo sa che è segreto? Ma dove si è laureato all’Accademia Bonifaciana? Noi abbiamo parlato seriamente solo per il biodigestore, ma fondamentalmente perché morire de tumore per far arricchire altri non è una bellissima aspettativa. Comunque dopo la classifica gliela mando in privato non disperi”.
Grazie; siete stati molto gentili a rispondere a tutte le nostre domande. Vi dobbiamo qualcosa per il disturbo?
Sono sette caciotte e 12 uova e un contratto di tre mesi in qualche azienda farmaceutica. Grazie mille.