Sulla Capitale si sono registrate ben otto bombe d’acqua che si sono abbattute all’interno del raccordo anulare colpendo diversi quartieri di Roma, dal Nomentano a Conca d’Oro, da Parco Talenti al Tufello, dalla Bufalotta a corso Trieste, da Montesacro a Colli Aniene. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Eswd (European severe weather database) nell’evidenziare i motivi dell’innalzamento del fiume Tevere che ha portato la Protezione Civile alla chiusura delle banchine a Roma.
La situazione nella Capitale è in realtà rappresentativa di quello che è avvenuto a livello nazionale dove a macchia di leopardo si sono scatenate ben 56 tempeste da nord a sud della Penisola nelle ultime 24 ore ma c’è anche grande preoccupazione e grande preoccupazione con un’allerta arancione della Protezione Civile su Abruzzo, Molise,
Puglia, Basilicata e Calabria, e allerta gialla su gran parte del Paese.
Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione del clima con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo che si abbatte su un territorio fragile.
Con il clima anomalo sale il conto dei danni alle coltivazioni agricole in una primavera – continua la Coldiretti – segnata dal moltiplicarsi di eventi estremi con forti precipitazioni dopo un lungo periodo di siccità. A preoccupare sono gli effetti sulle coltivazioni con il grano in prossimità della raccolta, la frutta matura sugli alberi e il maltempo no stop che sta creando un ambiente favorevole alla diffusione della peronospora, una malattia fungina che può causare gravi danni alle viti e compromettere a capacità produttiva dei vigneti. Le bombe d’acqua hanno allagato le campagne dove è andato perso anche il foraggio per alimentare gli animali nelle stalle ma stanno ritardando anche le operazioni colturali come il trapianto delle piantine di pomodoro.
Non è mancata la grandine che – continua la Coldiretti – è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni, mandando in fumo un intero anno di lavoro. La grandine – spiega la Coldiretti – colpisce i frutti in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione. Un evento climatico avverso che – precisa la Coldiretti – si ripete sempre con maggiore frequenza con danni che lo scorso anno hanno raggiunto la cifra record di oltre mezzo miliardo di euro solo nelle aziende assicurate secondo l’Asnacodi.
Tanta paura nelle aree della Romagna alluvionata dove- conclude la Coldiretti – sono andati perduti i raccolti di ortaggi, grano orzo, mais, girasole, colza e soia coperti dal fango ma si teme anche per la fertilità del terreno coperto dalla presenza di limo e sabbia in superficie.