Di lui si conosce solo il nome, Stach (probabilmente diminutivo di Stanislaw), si sa che era polacco e che era innamorato – perdutamente – di una ragazza di nome Lilenka; Stach, fatto prigioniero – assieme a suoi tanti commilitoni – dall’esercito russo, patì mesi di pene indicibili – paura, dolore, fatica – nella desolata e freddissima taiga. Solo molti mesi dopo, cambiate le sorti della guerra e con l’entrata nel conflitto dell’URSS contro la Germania di Adolf Hitler, divenne libero ed entrò a far parte di una nuova Armata comandata dal generale Władysław Anders con la quale attraversò l’Asia centrale e il Medio Oriente e, dal porto di Alessandria, raggiunse l’Italia.
Qui – con la sua nuova Armata – Stach fu uno dei protagonisti della sanguinosa battaglia di Montecassino.
LA MEDAGLIETTA RINVENUTA
Ed è proprio non lontano dalla Città martire – sul monte Castellone, nei pressi di Montecassino, che Silvio Eziandi, 25 anni, anagnino, ha rinvenuto un segno del suo passaggio, forse smarrito nella concitazione di quegli attimi tremendi, una medaglietta su cui è inciso a mano il seguente messaggio in lingua polacca:
All’amata Lilenka
nei periodi di nostalgia
nella sofferenza delle taighe
del lontano nord
Stach, 20 febbraio 1941
Non appena rinvenuto l’oggetto, Silvio si è subito messo in contatto con la Fondazione del Museo Memoriale del 2° Corpo d’Armata polacco in Italia e ieri – sabato 18 giugno 2023 – accompagnato dai genitori si è recato al Museo Memoriale di Montecassino dove ha formalizzato, assieme al presidente arch. Pietro Rogacien, la donazione del preziosissimo reperto.
“L’oggetto donato alla Fondazione da Silvio Eziandi ha grande importanza testimoniale perché apparteneva ad un soldato che vi ha inciso sul retro un messaggio di nostalgia per la sua amata da una località “delle taighe del lontano nord” – spiega Pietro Rogascien – Stach l’ha incisa da uno dei gulag della Siberia dove evidentemente era stato deportato nel 1939/1940 e da cui sarebbe uscito solo dopo il 22 giugno 1941, quando, a seguito dell’attacco tedesco all’Unione Sovietica, Stalin decise di “amnistiare” e liberare i polacchi detenuti nei gulag per formare un esercito da contrapporre ai tedeschi“.
Il Museo Memoriale del 2° Corpo d’Armata Polacco di Montecassino quindi, grazie a Silvio Eziandi, si arricchisce di un nuovo reperto di grande importanza. Alla cerimonia che si è tenuta ieri, tra gli altri, è stato presente anche l’avv. Roberto Molle, presidente dell’Associazione Battaglia di Cassino e socio onorario della Fondazione, che, come già in altre occasioni precedenti, si è molto adoperato perché l’oggetto fosse donato al Museo Memoriale di Montecassino, dove resterà esposto permanentemente.
Un dono preziosissimo e disinteressato, dunque, quello di Silvio alla Fondazione, ma anche all’intera comunità polacca; non sappiamo se Stach sia o meno sopravvissuto alla Guerra e se, in caso, sia tornato a casa e abbia sposato la sua Lilenka. Sappiamo – però – che questo ragazzo di Anagni di appena 25 anni con questo gesto ha onorato grandemente la sua memoria e quella dei circa 75mila soldati polacchi che agli ordini del gen. Władysław Anders vinsero la battaglia di Cassino, permettendo lo sfondamento della Linea Gustav; liberarono l’Abruzzo e le Marche, accettando la collaborazione dei combattenti partigiani; vinsero la battaglia di Ancona; liberarono la Romagna e parteciparono alla battaglia di Bologna insieme anche a truppe alleate.