“Non entro nel merito di quanto accaduto, in quanto sono in corso le indagini da parte degli inquirenti ma intanto rivendico il diritto – che diventa dovere da parte degli altri – di non minacciare di morte un minorenne, minacce in seguito estese anche alla famiglia“.
A parlare è l’avv. Giampiero Vellucci, legale difensore di uno dei ragazzi denunciati per quanto accaduto nei giorni scorsi in un noto agriturismo di Anagni.
Spiega Vellucci: “è reato grave diffamare, offendere pesantemente un indagato, ancor di più se le minacce sono di morte”.
Di seguito il comunicato integrale inviato a questa redazione:
“I genitori del 17enne di Fiuggi, principale accusato relativamente alla vicenda avente per oggetto la morte cruenta di una capretta nel corso di una festa di compleanno hanno dato formale incarico all’avv. Giampiero Vellucci al fine di tutelare le ragioni del proprio figlio minorenne, non solo presso l’Autorità Giudiziaria Minorile, ma – soprattutto – nei confronti di terzi che, a mezzo social-network, stanno esprimendo giudizi e apprezzamenti gravemente diffamatori e minacciosi, assolutamente incompatibili con le garanzie che la Costituzione riserva a qualsivoglia indagato, prima di un eventuale pronunciamento giudiziale.
“Il mio assististo – scrive l’avv. Vellucci – non ha ancora ricevuto formale comunicazione di essere indagato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Roma ma – nel frattempo – è assolutamente doveroso che soggetti terzi non esprimano giudizi affrettati, gravemente diffamatori e intimidatori, incompatibili con una situazione che non vede il mio assistito ancora indagato e, comunque, ancora lontano da un procedimento giudiziale. Sarà la Magistratura minorile, unica autorizzata dallo Stato, a giudicare la posizione del mio assistito, il quale – nel frattempo – non può essere travolto da gogna mediatica, caratterizzata, in taluni casi, da pesantissime minacce, che sta avendo non solo il sapore di un anticipato giudizio di colpevolezza ma che si sta manifestando, ingiustificatamente, con toni connotati da una ferocia espressiva assolutamente incompatibile con la riservatezza che deve caratterizzare le indagini giudiziarie”.