L’Istituto Comprensivo RMIC8DG005 “Colleferro II” di Colleferro, per volontà degli organi collegiali di questa istituzione scolastica, a cui è seguito il parere favorevole espresso dalla Società Romana di Storia Patria, nonchè dal Sindaco della Città di Colleferro Pierluigi Sanna, verrà intitolato ad Alfredo Vinciguerra, nato ad Anagni il 22 settembre 1941 e deceduto a Roma il 27 settembre 1991.
L’Istituto, oggi diretto dalla dott.ssa Marika Trezza, è dislocato su due Comuni: Colleferro e Gavignano. A Colleferro ci sono tre plessi distaccati: la “Dante Alighieri”, la “Giovanni Paolo II” e la “Giuseppe Mazzini” (scuola secondaria di I grado). In questa occasione il collegio dei docenti e il consiglio di istituto ha chiesto anche di cambiare il nome di un plesso per farlo diventare Francesco Petrarca, con il quale era tradizionalmente conosciuto a Colleferro (prendendo il nome appunto dalla strada) anziché Giovanni Paolo II. Entrambe le richieste sono state accolte.
Spiega la prof.ssa Marika Trezza ad anagnia.com: “i motivi per i quali si è deciso di intitolare l’Istituto comprensivo Colleferro II ad Alfredo Vinciguerra appaiono chiari dai meriti di una personalità che ha profuso così tanto impegno e proposte ponendo l’accento sul ruolo sociale che il sistema scolastico rappresenta per una nazione. E’ stato precursore della “società della conoscenza”, in cui il sapere si manifesta come materia prima della crescita personale e collettiva.
La decisione di intitolare questo istituto scolastico ad Alfredo Vinciguerra – dunque – è scaturita dal riconoscimento del suo indiscusso operato nel mondo della scuola e della educazione delle giovani generazioni in un sistema scolastico e universitario che fosse il più possibile rispondente alle mutate esigenze pedagogiche e tecnologiche.
Conoscenza ed esperienza attestate da numerose autorità del campo universitario, pedagogico, politico, giornalistico e culturale nazionale.
UN INTELLETTUALE DI PRIM’ORDINE CHE TANTO HA DATO AL MONDO DELLA SCUOLA
Infatti Alfredo Vinciguerra, intellettuale di chiara fama e soprattutto esperto dei problemi “educativi”, ha apportato negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso un significativo ed appassionato contributo al fine del miglioramento delle condizioni educative della scuola italiana, perno indispensabile di una società civile ed evoluta.
Molteplici sono state le iniziative intraprese per dette finalità da parte del nostro illustre concittadino tra cui la creazione della rivista “Tuttoscuola” che ancora oggi rappresenta un importante strumento di riferimento e di informazione sulla vita della scuola italiana per i moltissimi operatori nelle istituzioni scolastiche quali docenti, dirigenti, collaboratori, nonché per le famiglie e per gli studenti.
Nel suo quotidiano impegno giornalistico sui temi della scuola, Alfredo Vinciguerra collaborò con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane come La Stampa, Il Corriere della Sera, Il Giorno, Il Tempo, il settimanale Oggi e altre riviste specialistiche.
Grazie alla sua competenza ed esperienza nel campo della “educazione”, sia come insegnante prima e di antropopedagogista poi, Alfredo Vinciguerra in veste di consigliere politico e scientifico per i temi educativi-scolastici, al fine di migliorare l’offerta scolastica, collaborò con alcuni dei ministri che si succedettero negli anni al dicastero della Pubblica Istruzione.
Inizialmente con Franco Maria Malfatti con il quale condivise l’impegno nella nascita dei cosiddetti “decreti delegati” che hanno rappresentato una sorta di rivoluzione nel mondo della scuola italiana con il coinvolgimento di tutte le componenti in esso presenti: docenti, studenti, famiglie, in un processo di democratizzazione per favorire più efficaci condizioni formative ed educative dei giovani e un migliore funzionamento delle attività di programmazione e di gestione degli istituti scolastici.
Altri Ministri della Pubblica Istruzione con cui egli collaborò come fidato e ascoltato consigliere furono: Riccardo Misasi, Clelio Darida, Adolfo Sarti, Mario Pedini, Franca Falcucci, Gerardo Bianco, con in quali – peraltro – si legò con rapporti di sincera amicizia.
Il grande merito riconosciuto ad Alfredo Vinciguerra anche con l’intestazione a suo nome di questo Istituto di Colleferro (che comprende la scuola dell’infanzia e quella di I grado) è stato quello di avere profuso le proprie energie intellettuali di studioso, giornalista e di cittadino affinché le giovani generazioni presenti e future potessero vivere la scuola come luogo di formazione e di crescita oltre che culturale, soprattutto civile, ovvero una scuola che potesse stare al passo con i tempi in un contesto di progressivo mutamento delle condizioni socio-economiche del nostro Paese.
Numerosi sono stati i lavori editoriali e le pubblicazioni del nostro concittadino sulle tematiche educative e sulla centralità della scuola, tra cui citiamo i seguenti volumi: “Educazione e Costume”; “La Scuola Possibile”;”Educazione Sotto Inchiesta; ”Il Paese che non amava la Scuola”.
Proprio per la sua competenza scientifica e attività giornalistica sui temi della scuola che nel 1974 gli fu conferito il prestigioso premio “Saint Vincent” per il giornalismo sotto l’egida della Presidenza della Repubblica, consegnatogli dall’allora Capo dello Stato Giovanni Leone.
Nonostante il centro di interesse di intellettuale, di studioso, di giornalista fosse, appunto, il mondo della “educazione”, Alfredo Vinciguerra si distinse anche come attento osservatore della società del momento, tanto da realizzare altri lavori editoriali quali il quotidiano L’Italiano; il mensile L’Impresa pubblica – civiltà Postindustriale e altri libri quali: “La Sfinge Comunista”;”Questo Paese non si Salverà (la Tragedia Moro)”; “La Società abbondante”;”Il Caso Italia”.
Particolare attenzione Alfredo Vinciguerra manifestò anche per il problema ambientale ed ecologico del nostro Paese, avvertendo come il mutamento epocale che la rivoluzione tecnologica determinava nelle società industriali e l’impatto che i modi di produzione determinavano sull’ambiente, sconvolgendo la Natura.
Infatti, negli anni ’80 fu tra i primi a denunciare i pericoli per il nostro ecosistema dedicando a questo tema due specifici volumi dai rispettivi titoli “Ecologia Pragmatica” e “Una Politica per l’Ambiente”.
Ricoprì anche un ruolo manageriale come Presidente di alcune aziende a partecipazioni statali quali la SAT (Gruppo IRI-STET), la SOGEA (Gruppo IRI-Sofin) specificatamente nella grande Azienda Agricola Maccarese che portò al suo risanamento e di Edindustria, la società per la comunicazione del Gruppo IRI.
Alfredo Vinciguerra nonostante si fosse trasferito sin da giovane a Roma per intraprendere gli studi universitari e laurearsi a pieni voti nella Facoltà di Lettere e Filosofia,è sempre rimasto legato alle sue origini e a molti concittadini, grazie anche agli insegnamenti ricevuti dal padre, Giovanni, che è ricordato ad Anagni come uno dei sindaci storici tra gli artefici del processo di trasformazione della città da realtà contadina a quella industriale e al quale è intestata la centrale scuola media (nel quartiere Sant’Angelo) in riconoscimento all’impegno da lui profuso nella educazione e formazione di generazioni di studentesse e di studenti, prima come professore e poi come preside della stessa scuola.
LA SCUOLA MEDIA “GIOVANNI VINCIGUERRA” NEL QUARTIERE SANT’ANGELO OGGI ABBANDONATA AL SUO DESTINO
Oggi, la scuola “Giovanni Vinciguerra” – dentro la quale sono cresciute generazioni di ragazzi – versa in precarie condizioni di abbandono e di degrado per quanto molte, in questi ultimi anni, siano state – da più parti della politica – le proposte di recupero e di promozione dell’utilizzo per fini sociali e di interesse pubblico. Abbandonata alla fine degli anni 2000 a causa di un misterioso allagamento che ne compromise la stabilità strutturale, oggi l’edificio di proprietà comunale – peraltro di interesse storico ed architettonico – è utilizzato malamente come deposito malgrado la storica insegna Scuola Media Statale “Giovanni Vinciguerra” faccia ancora bella mostra di sé sulla facciata di accesso.
Un suo reimpiego come “scuola” sarebbe – oggi – quantomai auspicabile per rendere di nuovo frequentato e vivo il centro storico della città. Altresì, vi si potrebbero creare spazi ben progettati e realizzati che favoriscano la socialità e possano essere utilizzati dalle famiglie o da organizzazioni di volontariato sociale. Per il bene della città e degli anagnini e, perché no, anche per continuare a rendere merito alla grande persona che è stata colui alla quale la scuola è intitolata.