Ne avevano preso le distanze e lo avevano invitato a non utilizzare il nome di “Anagni Terra Nostra” e a modificare il nome del suo gruppo di appartenenza in consiglio comunale, dissociandosi da tutte le dichiarazioni fin lì espresse; evidentemente, però, a Gianluigi Feretti, consigliere comunale e consigliere provinciale, la diffida di Idea Anagni, Medici per l’Ambiente e Lega degli Anagnini non ha fatto né caldo, né freddo tanto che proprio stamattina, a nome proprio di “Anagni terra nostra”, ha inviato a questa redazione il comunicato che segue e che pubblichiamo in forma integrale e senza modifiche:
E’ sconcertante leggere sulla stampa che alla Conferenza dei Sindaci per la Presentazione dell’Atto Aziendale della ASL di Frosinone hanno partecipato solo 39 dei 91 Sindaci della Provincia.
Come dobbiamo interpretare tutto questo assenteismo ad un incontro che è fondamentale per la riorganizzazione dei Servizi Sanitari sul territorio proprio da parte di quei Primi Cittadini che a suo tempo hanno impostato la loro campagna elettorale sulla Sanità ed hanno ottenuto voti da coloro che speravano in un miglioramento dell’offerta di salute sul territorio? DISINTERESSE? SUPERFICIALITÀ?
Forse si tratta di rassegnazione in una sconfitta a priori su vecchie promesse spesso reiterate e mai esaudite, cambiamenti e potenziamenti mai attuati ed un immobilismo inamovibile… Ma alcune cose sono state affrontate e cambiate, quasi in sordina, accordi sottobanco o pressioni non dichiarate che rafforzano le posizioni di parte del territorio e diminuiscono sempre di più le potenzialità e le necessità di altre aree.
Potrebbe essere invece una insufficiente conoscenza della effettiva importanza del Documento Programmatico dei Servizi della ASL, meglio noto come Atto di Autonomia Aziendale, e delle procedure che portano alla stesura dello stesso. Si tratta, in pratica, di un documento basato sulle necessità di salute del territorio, tenendo conto delle risorse tecnologiche, umane ed economiche da poter mettere in gioco, con il quale il Direttore Generale della ASL, avuta l’approvazione della Regione, si impegna ad attuare il programma per i successivi cinque anni. Per la stesura il Direttore Generale si avvale della collaborazione dei suoi tecnici che studiano le necessità del territorio e redigono statistiche e prospetti, ma che troppo spesso sono lontani dai problemi reali.
Chi dovrebbe indirizzare sulle vere problematiche ed esigenze del territorio sono invece i Sindaci, responsabili nei confronti dei propri cittadini della salute pubblica. A questo serve la Conferenza dei Sindaci che è la controparte nella stesura dell’Atto Aziendale. Nessuno dei Primi Cittadini della Provincia di Frosinone può dire di non aver avuto il tempo, da quando è in carica, per studiare la situazione sanitaria del proprio territorio, per predisporre un piano programmatico e creare delle alleanze con i Sindaci dei comuni limitrofi, per fare delle richieste motivate e documentate da proporre al momento della stesura dell’Atto Aziendale.
Accontentarsi dei “vedremo che si può fare, studierò la situazione, mi prendo sei mesi di tempo per valutare cosa fare” etc., significa non volere ottenere, rassegnarsi alla sconfitta, non avere abbastanza a cuore i problemi di salute della cittadinanza. Alcuni si sono mossi con più determinazione e tenacia ed hanno ottenuto, per gli altri arrivederci al prossimo Atto Aziendale tra cinque anni, quando il Direttore Generale sarà cambiato, il Sindaco non sarà lo stesso e gli altri Comuni partiranno, comunque, da un gradino più alto perché avranno saputo fare tesoro di quanto ottenuto in questa tornata.
La grande disponibilità mostrata dal Direttore Generale della ASL di Frosinone nel corso degli incontri, che ha avuto prima con i vertici politici locali, poi con le Associazioni di cittadini, infine con un convegno in cui si sono osannate le prestazioni offerte dalla ASL, non ha portato ad alcuna garanzia sulla eventuale riorganizzazione di una postazione nella quale affrontare un primo soccorso, o tanto meno l’intenzione di valutare, nella stesura del nuovo atto aziendale, la possibilità di modificare l’assetto territoriale rendendolo più consono alle reali necessità e alle mutate esigenze della popolazione.
A questo punto cosa ci dobbiamo aspettare dalla dirigenza della ASL?
Le richieste del Sindaco vengono considerate una provocazione da risolvere con un sorriso… con l’impegno di prendersi sei mesi di tempo per studiare la situazione?
Ma tra sei mesi tutto questo sarà dimenticato, l’Atto Aziendale sarà stato approvato e non potrà più essere modificato per altri cinque anni. La ASL continuerà a ridurre i servizi, offrendo prestazioni che non sempre rispondono alla realtà della richiesta dei cittadini e con tempi di attesa che spingono a rivolgersi alle strutture private per poter risolvere i problemi di salute. Il Sindaco dovrebbe farsi portavoce, insieme ai Sindaci che fanno riferimento alla area nord della Provincia, delle esigenze di questo territorio ed ottenere a livello politico l’istituzione di un tavolo di lavoro dove affrontare, con obiettività e con determinazione, le reali necessità e dove trovare soluzioni immediate e non promesse a lungo termine, che lasceranno le cose come stanno se non peggio.