Da pochi giorni la scuola è iniziata e a Ferentino c’è già grande fermento per alcune importanti novità. Innanzitutto lo spostamento del plesso Sant’Agata/Don Guanella (Scuola primaria e dell’infanzia), causato dai lavori previsti dall’amministrazione precedente, questa estate i genitori hanno rischiato brutto.
La polemica arriva direttamente da Michela Spaziani, ingegnere e genitore di Ferentino, candidata alle ultime elezioni regionali del Lazio con il Movimento 5 Stelle e alle recenti elezioni amministrative con la lista “Insieme-Fiorletta sindaco-Ferentino in movimento“.
“I lavori nel plesso scolastico dureranno almeno 18 mesi; due anni se tutto andrà bene – spiega Michela ad anagnia.com – perché la vecchia amministrazione non ha pensato a creare una nuova struttura scolastica con i fondi del PNRR come invece è stato fatto, ad esempio, da Supino o Anagni? La situazione avrebbe creato disagi a centinaia di famiglie e docenti con l’incognita di un trasloco in piena estate alla ricerca di una sede idonea se non fosse stato per il grande impegno della nuova giunta e dei dirigenti scolastici, che ha fatto sì che lo spostamento avvenisse quantomeno nello stesso quartiere.
I genitori hanno tirato per il momento un sospiro di sollievo, anche per la questione della mensa“.
“Almeno per il secondo circolo – aggiunge Michela – la testardaggine e l’impegno di un gruppo di genitori, ha permesso di poter integrare il misero piatto di pasta previsto dall’ex amministrazione Pompeo con l’aggiunta finalmente di acqua, pane, frutta, secondo e contorno. Se il primo comprensivo (genitori e dirigente in primis) seguirà il nostro esempio, più di 200 famiglie potranno avere un servizio opzionale in più (e tanti disagi in meno) per genitori e bambini. Ma siamo solo all’inizio: il prossimo passo è quello di trovare i fondi per poter rimodulare gli accordi e poter fornire un pasto completo a tutti i bambini, all’interno del circuito comunale (con la presentazione dell’ISEE, come già avviene per il piatto di pasta e come già avveniva tre anni fa). La nuova ditta appaltatrice ha già apportato migliorie al menù e alla qualità degli alimenti. Un passo alla volta – conclude Michela – troveremo anche i soldi per risollevare le casse comunali per l’integrazione del pasto e per introdurre sia la lotta allo spreco alimentare che una buona cultura sostenibile”.