di Monia Lauroni
Negli ultimi 10 anni le dipendenze in provincia di Frosinone hanno visto crescere clamorosamente quella parte riconducibile alla ludopatia. Il 20% di chi ha una dipendenza nella nostra provincia ce l’ha non rispetto ad una sostanza, droga o alcol, ma rispetto al gioco d’azzardo.
In merito fanno fede e dovrebbero far riflettere alcune considerazioni del Direttore della Comunità di recupero Exodus di Cassino, Luigi Maccaro. Il responsabile della struttura afferente al grande e pluridecennale progetto sociale di don Antonio Mazzi ha detto:
“Da almeno dieci anni ci confrontiamo con tante richieste di aiuto legate al gioco d’azzardo, tanti familiari di giocatori che si rivolgono ai nostri centri d’ascolto nella speranza di trovare uno spiraglio, di vedere una luce in fondo al tunnel della dipendenza. Patrimoni bruciati nelle sale giochi, alle slot machine, con le scommesse sportive, case vendute, pensioni impegnate, usurai sempre appostati, drammi familiari come quelli che si ripetono da decenni solo che al posto dell’eroina e della cocaina in questi casi c’è il gioco d’azzardo. Tutto appare innocuo, a partire dalla parola ‘gioco’, dai gratta e vinci alle scommesse sportive, dalle slot machine ai giochi online e invece è un mondo, costruito ad arte, con meccanismi psicologici scientificamente messi a punto per creare dipendenza”.
E di seguito punta il dito su una politica che punta solo a fare cassa.
“Un sistema pseudo imprenditoriale, tutt’altro che trasparente, che rovina migliaia di persone. Un sistema che ha potuto proliferare in questi ultimi venti anni grazie ad una politica accecata dalla necessità di fare cassa, sulla pelle di almeno un milione di persone che oggi in Italia hanno un rapporto problematico con il gioco. Un sistema politico-imprenditoriale che ruppe gli indugi grazie al Governo che legalizzò le Sale Bingo nel 1999 e poi nel 2003 autorizzò le slot machine. Interventi seguiti da tutta una serie di provvedimenti finalizzati a favorire il fenomeno dell’azzardo con l’obiettivo di aumentare le entrate per lo Stato senza tenere in nessun conto i danni sulle persone”.
“Nel frattempo gli italiani, dalle casalinghe ai pensionati, dai professionisti agli operai sono sempre più vittime di questo mondo oscuro e perverso, l’industria dell’azzardo, la macchina da soldi che è diventata fonte di entrate fiscali per cui oggi sembra che non se ne possa fare più a meno”.
Informazione, consapevolezza e prevenzione, le parole chiave per Luigi Maccaro
“Finalmente si cominciano a produrre sforzi per arginare il fenomeno: interventi pubblici e privati per rispondere ad un bisogno di cura ma anche e soprattutto ad un bisogno di informazione, consapevolezza, prevenzione. Bisogna promuovere una mentalità critica capace di resistere alle tentazioni di questo mostro senza volto. A partire dai giovani, dai ragazzi nelle scuole, da quegli adolescenti sempre alla ricerca di novità, di rischio, di trasgressione ma anche così fragili e vulnerabili e per questo facili da affascinare con le possibilità di facile guadagno pubblicizzate dovunque”.
“Intanto le piattaforme di gioco si sono spostate rapidamente sugli smartphone tanto che il gioco online ha già superato per volume di fatturato il gioco tradizionale. I signori dell’azzardo studiano e pianificano come raggiungere i loro obiettivi e tutti i target hanno in comune il tratto della fragilità, a partire dai giovani: un ragazzo che utilizza la paghetta in azzardo probabilmente diventerà un adulto pronto a buttare lo stipendio in qualche sala scommesse. Dalla ricerca condotta dal Laboratorio di Ricerca sociale del prof. Esposito risulta che il 40% degli studenti intervistati ha partecipato a scommesse sportive e la stessa percentuale di studenti delle scuole superiori, quando gioca a carte, lo fa giocandosi denaro ed anche cifre considerevoli”.
Come invertire la tendenza? Partendo dalla fragilità delle nuove generazioni.
“Insomma la nostra preoccupazione deve rivolgersi in maniera prioritaria agli studenti e le risorse disponibili per la prevenzione devono essere utilizzate in maniera molto concreta coinvolgendo le scuole del nostro territorio altrimenti sarà impossibile invertire la tendenza rilevata dall’Università di Cassino. C’è un mondo giovanile fragile e influenzabile che però può essere aiutato a diventare protagonista di queste strategie di prevenzione, attraverso percorsi di peer education. Le famiglie ci mettono troppo tempo a rivolgersi ai servizi, lo fanno quando ormai la dipendenza diventa cronica. Bisogna scommettere, è il caso di dirlo, sulla prevenzione”.
“Bisogna promuovere consapevolezza, anche per far sì che nessuno si senta solo ad affrontare la propria battaglia. Iniziamo con lo sciopero del caffè: non entriamo più nei bar che possiedono slot machine. Non dobbiamo arrenderci all’idea che non si possa tornare indietro, anche perché gli oltre cento miliardi di euro, buttati nell’azzardo ogni anno in Italia, sono soldi sottratti all’economia reale, quella che produce occupazione e benessere”.
E poi l’appello agli imprenditori
Sostenere la causa e non giocare con le vite.
“E’ un appello agli imprenditori affinché si decidano ad affiancarci in questa battaglia, perché quei miliardi potrebbero essere utilizzati per comprare auto, elettrodomestici, per fare la spesa, per andare al ristorante, per comprare giocattoli e così via. Cento miliardi sottratti al mondo del lavoro e dell’impresa – chiosa Maccari – E’ ora di dire basta ma dobbiamo farlo tutti insieme”.
Fame avida, viscerale e triste che non trova nè pace nè capienza. Cresce a dismisura tra forze potenti ed opposte.
Sta a noi, a tutti noi, tirare il freno.