Violenza sessuale ed aggressione: queste le accuse mosse ad un 36enne residente a Piglio dai Carabinieri della Compagnia di Anagni che hanno raccolto la denuncia di una ragazza di Anagni ed hanno proceduto al fermo.
I fatti risalgono a poco più di un anno fa: l’uomo – un operaio di Piglio – avrebbe colpito più volte la ragazza al volto e sul resto del corpo procurandole ferite molto gravi tanto da costringerla a rivolgersi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Alatri dove le erano stati riscontrati traumi da codice rosso. In considerazione della gravità delle ferite riportate, la ragazza era rimasta ricoverata per quasi due settimane.
Oggi – venerdì 10 novembre 2023 – la causa è approdata alla sentenza: il Tribunale collegiale presieduto dal dott. Francesco Mancini ha condannato l’uomo a cinque anni e sei mesi con il riconoscimento della prevalenza delle attenuanti generiche a fronte delle istanze del PM che aveva invece chiesto sette anni e sei mesi di reclusione.
Soddisfatti i legali di pigliese – Luigi Tozzi del Foro di Frosinone e Giulio Gasparro del Foro di Roma – determinati fin da subito “a frantumare le ipotesi accusatorie”: “riteniamo di avere buone probabilità di riuscire a ribaltare completamente l’esito del procedimento odierno in Corte d’Appello, puntando eventualmente anche ad una assoluzione”, hanno confidato i due legali ad anagnia.com.
Quanto al dibattimento, la pubblica accusa ha puntato su una requisitoria fondata sulla concretezza delle dichiarazioni rese dalla parte offesa; diametralmente opposta – invece – la versione della difesa, “mancando – hanno detto i due legali dell’operaio 36enne – prove cogenti della sua colpevolezza“. Secondo quanto riferito dai due avvocati, dal certificato medico e dai vari tamponi – vaginale, orale e rettale – fatti subito dopo la presunta violenza sessuale “non risultavano esserci ecchimosi o abrasioni“.
“La nostra impressione – hanno concluso gli avvocati Tozzi e Gasparro – è che che questa ipotesi di violenza sessuale possa essere frutto di gelosia da parte della donna per il fatto che l’accusato in quel periodo stava cominciando a manifestare la volontà e la necessità di voler tornare con la propria precedente compagna, con la quale – tra l’altro – ha anche un figlio”.
La legale della ragazza e quella del Centro Antiviolenza “Fammi rinascere” di Fiuggi”: “stabilita la verita processuale e l’attendibilità della vittima oltre alla conferma dei numerosi riscontri oggettivi degli abusi sessuali subiti e le gravi lesioni sofferte”
Con riferimento alle dichiarazioni rese dai legali del 35enne pigliese oggi condannato a 5 anni e mezzo, dalle avvocate Francesca Ruggeri, legale della persona offesa, e Pamela Paolucci per il Centro Antiviolenza “Fammi Rinascere” di Fiuggi, costituite parti civili nel giudizio, riceviamo la nota che segue e che pubblichiamo in forma integrale e senza modifiche:
“Ci riteniamo soddisfatte dell’ottimo risultato ottenuto con la condanna dell’imputato, in quanto è stata stabilita la verita processuale e l’attendibilità della vittima oltre alla conferma dei numerosi riscontri oggettivi degli abusi sessuali subiti e le gravi lesioni sofferte. Il tribunale ha condannato, altresì, l’imputato alle spese di giudizio in favore del Centro Antiviolenza e al risarcimento dei danni alla persona offesa stabilendo in suo favore una provvisionale di 30.000,00 euro, immediatamente esecutiva rimandando al giudice civile la quantificazione finale del dovuto. Questo dispositivo, dunque, avvalora sempre più l’importanza, l’efficienza e l’efficacia del lavoro di equipe delle psicologhe, delle assistenti sociali e avvocate di un vero centro antiviolenza che offrono gratuitamente gli strumenti a tutela delle donne vittime di soprusi di vario genere“.