C’era il parterre delle grandi occasioni riunito ieri – giovedì 9 novembre – nella sala del Consiglio del Palazzo della Provincia di Frosinone per la seduta inaugurale degli Stati Generali, presieduta dal presidente della Provincia di Frosinone, Luca Di Stefano, e dal governatore della Regione Lazio, Francesco Rocca.
I rappresentanti della politica, dell’industria, delle associazioni di categoria, dei sindacati e dell’università si sono confrontati sul presente e sul futuro della Ciociaria, in un’ottica di collaborazione e, soprattutto, senza nascondere più i problemi del territorio. Il primo passo per costruire una strategia condivisa di arresto del declino e nuova crescita è, infatti, proprio quello di riconoscere problematiche e opportunità della Ciociaria.
A fronte della passerella di alcuni, autori di interventi un po’ troppo propagandistici nei quali si declamava la provincia come un’oasi di rose e fiori, c’è stato chi è riuscito – invece – a riportare tutti con i piedi per terra come ha fatto, per primo, il presidente della Provincia di Frosinone Luca Di Stefano che per citare il documento unitario presentato agli Stati Generali e consegnato a tutti i presenti, è necessario puntare sulle “politiche di sistema, capaci di far comprendere a tutto il territorio le sue reali potenzialità, troppo spesso tenute in penombra da una comprensibile ma non utile modestia. È necessario restituire la fiducia nelle istituzioni, nel lavoro, nel sistema produttivo e sindacale che ha garantito ricchezza e crescita ma che oggi è al centro di un ingiustificato sentiment antindustriale e talvolta antisindacale”.
Preciso e puntuale anche l’intervento del presidente di Unindustria Frosinone Miriam Diurni (qui la nota stampa integrale sul sito di Unindustria) che ha ribadito la necessità di “impegnarsi, tutti assieme, per superare gli ostacoli che impediscono alle imprese di fare ciò a cui oggi sono chiamate, ovvero compiere il processo di transizione industriale“.
“La crisi dell’industria della provincia di Frosinone – ha detto Miriam – trae spesso le sue origini nell’impossibilità di rinnovarsi ed investire: lo stesso motivo per cui lo stesso territorio, nonostante la numerosità di aziende radicate, non può rappresentare un sistema attrattivo per nuovi investimenti”.
Nel suo intervento Miriam Diurni ha centrato in pieno lo scopo dell’incontro rivendicando alla politica provinciale, regionale e nazionale richieste che possono sintetizzarsi in due macro-obiettivi: il primo, la sburocratizzazione e la facilitazione delle richieste di carattere ambientale e la perimetrazione del SIN; l’altro, tempi certi e puntuali per ciò che concerne le pratiche regionali, come ad esempio quelle dei SUAP.
A seguire, diversi altri interventi, non tutti altrettanto puntuali; anzi: qualcuno pure fuori luogo, come quelli di chi ha dichiarato che in provincia di Frosinone va tutto bene e che qui non ci sono problemi di sorta.
Un altro che ha riportato tutti con i piedi per terra, l’avv. Nicola Ottaviani, parlamentare, già sindaco di Frosinone, il quale ha ricordato che la provincia di Frosinone – in realtà – ha ancora molti problemi da risolvere. “Gli unici benefici di cui ancora oggi ci avvaliamo – ha detto Ottaviani – sono quelli ottenuti ai tempi della Cassa del Mezzogiorno negli anni ’50, con le strategie economiche e industriali dell’epoca“.
E – in effetti – da allora, più alcuna strategia di sviluppo valida è stata realizzata; e la tramontata ipotesi dell’inclusione nella ZES unica della provincia di Frosinone lo dimostra. Tale mancata inclusione è – di per sé – un fatto gravissimo in quanto sta a significare che tutte le altre forze politiche hanno messo in campo la loro strategia e la loro forza di influenza per esserci… tranne la provincia di Frosinone. Un fatto gravissimo, appunto. Con conseguenze tragiche: sia per le aziende che producono sul territorio di Frosinone e provincia, sia per quelle che avrebbero voluto insediarsi e investire qui. Con quelle esistenti costrette ad ampliarsi ad un’altra parte, dove potranno trovare tutt’altra competitività.
Del resto, non si possono certo dimenticare le notevoli eccellenze qui presenti come quelle dell’aerospazio, del chimico-farmaceutico, dell’automotive e della logistica che vanno non solo tutelate ma anche rafforzate, perché rappresentano la cartina di tornasole su quanto di buono è stato fatto, c’è, esiste e resiste in Ciociaria.
Il rilancio dell’economia locale non potrà comunque prescindere dalla programmazione nazionale ed occorrerà fare in modo che la Ciociaria venga individuata quale meta d’investimenti mirati. Le potenzialità ci sono in quanto la base, dal punto di vista orografico, da quello delle infrastrutture materiali e perfino di quelle immateriali, esiste ed è buona.
Tutto starà nella capacità – politica, amministrativa ed imprenditoriale – di saper poi mettere insieme quel che già esiste con quel che si progetta. In altre parole, occorre allargare il perimetro delle capacità territoriali, rafforzando la “cinghia di trasmissione” con quella che più volte è stata definita la “provincia sorella”, cioè quella di Latina, e con il resto del territorio regionale e nazionale.
Tra gli altri interventi – dopo la lettura da parte del direttore di Teleuniverso, Alessio Porcu, moderatore dell’evento, di un documento di sei cartelle, che rappresenta la base da cui partire per riflettere sulle trasformazioni del territorio provinciale e per mettere in campo le iniziative volte a valorizzarlo, quelli del vicepresidente della Camera di Commercio Frosinone-Latina, Paolo Marini; del presidente uscente del Consorzio Industriale unico del Lazio, Francesco De Angelis; del segretario interprovinciale Frosinone-Latina della CGIL, Giuseppe Massafra; del segretario generale CISL Frosinone, Enrico Capuano; del segretario provinciale UIL, Anita Tarquini; del magnifico rettore dell’Università degli Studi di Cassino, Marco Dell’Isola; del presidente di SAF, Fabio De Angelis; e del senatore Massimo Ruspandini.
Le conclusioni sono state tirate da Di Stefano e Rocca.