Quindici mezzi di soccorso dell’Ares 118 fermi in attesa della restituzione delle rispettive barelle con cui, poco prima, avevano trasportato i pazienti: è il triste record raggiunto, nei giorni scorsi, dal Pronto Soccorso dell’ospedale di Frosinone dove numerose ambulanze sono rimaste paralizzate per lunghe ore dal blocco-barella, ossia la mancata restituzione della lettiga a causa della carenza di posti letto disponibili. Tale evenienza si verifica puntualmente tutte le volte che nell’ospedale finiscono le barelle e i medici sono costretti a curare i pazienti distesi su quelle del 118. Il disagio, fanno sapere alcuni operatori sanitari, determina ogni volta la drastica riduzione del già esiguo numero di ambulanze di soccorso avanzato e ritardi dei soccorsi su patologie tempo-dipendenti, comportando, inoltre, difficoltà e rallentamenti nella gestione dei soccorsi per la centrale operativa del 118.
Ma non solo: la carenza di mezzi di soccorso “operativi” determinata dal blocco delle barelle costa alle casse pubbliche cifre piuttosto importanti; lo scorso anno l’attivazione di ambulanze “spot” (autoambulanze occasionali, che entrano in servizio a chiamata, giorno per giorno) è costata 6 milioni e 394 mila euro, pari ad una media di 17 mila e 517 euro al giorno, come quantificato dalla stessa Ares 118 nel suo bilancio consuntivo.
Ma, se da un lato è vero che la situazione d’emergenza continua a riproporsi e a creare non pochi disagi e rallentamenti, è pur vero che la direzione aziendale della ASL provinciale sta provando a correre ai ripari con una manovra “salva-barelle”.
“Siamo a conoscenza del problema – fa sapere il dott. Stefano Lorusso, direttore generale della ASL di Frosinone, attraverso il suo ufficio stampa – abbiamo proceduto a bandire una gara per l’acquisto di 68 nuovi letti di cui dotare il pronto soccorso per evitare di trattenere quelli delle ambulanze”. Si tratta di nuovi letti in modo che, una volta assorbito il paziente in pronto soccorso si potrà far ripartire i mezzi del 118 nell’immediato. I nuovi letti potrebbero arrivare i primi di febbraio e questo provvedimento potrà finalmente dunque porre fine all’annoso problema.
“Si rende sempre più necessario un intervento volto a potenziare l’offerta del territorio provinciale ed a sollevare il pronto soccorso di Frosinone dall’eccessivo numero di richieste attraverso il potenziamento della struttura anagnina. L’unica soluzione è questa”. Così ha detto il consigliere regionale del Lazio Pasquale Ciacciarelli.
“Pat ed Ambufest sono, oltre che lo specchio di una politica sanitaria fallimentare, un enorme spreco di soldi pubblici, lo sottoscrivono anche i medici del sindacato Snami di Frosinone. Queste strutture, infatti, non fanno che eguagliare le prestazioni che potrebbe dare un medico di famiglia, non dispongono degli strumenti necessari per poter fronteggiare tempestivamente un’emergenza; quello dell’area Nord è un bacino di utenza molto ampio che non può essere riversato esclusivamente sull’ospedale ‘Fabrizio Spaziani’ di Frosinone. Per tutti questi motivi si rende indispensabile il rilancio dell’ospedale di Anagni con relativo pronto soccorso. Ne ho parlato a lungo con il neo manager Asl Frosinone Lorusso, e vigilerò affinché si dia il giusto peso alla cosa. Serve un cambio di rotta ormai non più rinviabile.”