“Fuochi d’artificio, musica, allegria ma no ai ragazzi disabili. Potrebbero disturbare gli altri ospiti dell’hotel. Questo in sintesi quanto si sarebbero sentite rispondere una decina di famiglie, per un totale di circa quaranta persone, che avevano deciso di trascorrere il Capodanno al “Terme di Pompeo – Fontana Olente” di Ferentino”: a rendere pubblico quanto accaduto, i colleghi di Repubblica che hanno fatto emergere il caso dopo che inizialmente le famiglie che trascorrono da qualche anno il Capodanno insieme avevano deciso di scegliere la Ciociaria per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Tutto ok, massima cortesia e disponibilità da parte della struttura ad accogliere circa 40 persone fino a quando non si è saputo che tra esse c’erano una decina di ragazzi autistici. Da lì il rifiuto ad ospitarli. La notizia ha fatto subito il giro d’Italia con le famiglie che hanno denunciato pubblicamente il fatto. Per loro una mancanza di rispetto verso coloro che sono meno fortunati.
La struttura termale risale ai tempi dell’imperatore Vespasiano e si presta bene ad accogliere bambini che tra l’altro fanno terapia psicocognitiva. Ma stavolta hanno rifiutato di ospitare una decina di ragazzi autistici. Per quale motivo? Lo abbiamo chiesto al direttore dell’hotel e della struttura, Giuseppe Poggiaroni.
“Le famiglie non hanno accettato che per la sera di Capodanno non avevamo sale destinate solo per loro. Con i tantissimi altri ospiti previsti, fuochi d’artificio e botti vari per noi era difficile la gestione – ha spiegato Poggiaroni ad anagnia.com – nella vita bisogna scegliere. Io penso di aver fatto il bene dei ragazzi per quella sera. Li ho anche invitati per un week-end diverso dal Capodanno con l’hotel a loro completa disposizione, ma non hanno voluto sentire ragioni. Mi dispiace ma non é stata assolutamente una mancanza di rispetto”.
“Mi reputo una persona consapevole – ha concluso Poggiaroni – e per la scelta mi sono consultato anche con il personale. Penso di aver agito per il bene dei ragazzi”. Ma sui social impazza subito la polemica. L’esponente di Sinistra Italiana Marco Maddalena chiede al sindaco di Ferentino, al vicesindaco Luigi Vittori ed al consigliere di minoranza Maurizio Berretta di intervenire per verificare se tramite gli uffici preposti non ci sia stato il rispetto dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione”.
Sulla questione, in tarda serata è intervenuto anche il sindaco di Ferentino Antonio Pompeo: “ho appreso questa sera dai social che una struttura ricettiva di Ferentino non avrebbe accettato di ospitare un gruppo di famiglie con ragazzi autistici. Se la notizia fosse confermata nella versione pubblicata online da un quotidiano, quanto accaduto sarebbe di una gravità inaccettabile e assolutamente da condannare. La nostra città è da sempre inclusiva: per questo appurerò personalmente i fatti ma sin d’ora sarei onorato se questi ragazzi fossero nostri ospiti a Ferentino per apprezzarne le sue bellezze e la sua gente”. A seguire, nel pomeriggio di oggi lunedì 30 dicembre, il sindaco ha rilasciato le seguenti ulteriori dichiarazioni:
“Questo singolo episodio, seppur grave, non può e non
deve rappresentare la città di Ferentino che ha da sempre dimostrato
grande attenzione nei confronti delle persone con maggiori difficoltà.
Ferentino
è da sempre una città inclusiva, solidale e costantemente impegnata nel
sociale. E questo non soltanto attraverso le azioni messe in campo
dall’Amministrazione comunale ma anche grazie alle associazioni
cittadine e a tanti privati che donano parte del loro tempo per gli
altri.
Ho personalmente parlato con i
responsabili della struttura, i quali si sono resi disponibili a
chiarire la vicenda sulla quale faremo luce. Ma vorrei cogliere
l’occasione per invitare le famiglie a contattarmi affinché io possa
organizzare, oltre a un momento di chiarimento tra loro e la struttura,
anche un soggiorno presso la nostra città, dove queste famiglie avranno
modo di constatare con i loro occhi quello che realmente facciamo.
Cito
come esempio, anche, perché è un’opera di cui andiamo orgogliosi il
parco inclusivo a Ponte Grande e mi piace ripetere le parole che usai in
quella circostanza: “Non è semplicemente uno spazio fisico, di
condivisione e di incontro tra le persone ma ha un significato più
profondo che guarda all’inclusione reale e alla solidarietà”.
Questa è la nostra città e descriverla in maniera diversa sarebbe ingeneroso nei confronti dei suoi cittadini”.
Queste
le dichiarazioni del sindaco di Ferentino, Antonio Pompeo, in merito a
quanto accaduto tra una struttura ricettiva della città e un gruppo di
famiglie con ragazzi affetti da autismo.
Ecco, invece, le parole del consigliere comunale di opposizione Maurizio Berretta: “chiaramente l’amarezza è tanta, c’è ancora tanto, troppo da fare, è facile adesso parlare, far proclami o condannare. Mi sono fin da subito confrontato con la proprietà e ci siamo proposti un incontro di persona. Ma la responsabilità è esclusivamente nostra, incapaci di far comprendere il termine “autismo”, che in un primo momento fa paura e che in fin dei conti fa solamente sincera tenerezza. La proposta di Marco Maddalena di ospitare a Capodanno, a carico del Comune di Ferentino, le famiglie in altra struttura ricettiva di Ferentino è la più consona, e magari con ordinanza del sindaco, sospendere la licenza per la stessa sera al gestore. L’apparenza purtroppo ha sopraffatto la sostanza, e non solo in questa occasione”.
Scrive Nicola Fratoianni su Facebook: “questa brutta storia mette i brividi e restituisce la incultura in cui è immersa buona parte della società in cui viviamo.
Un importante hotel con terme a Ferentino, nel Lazio, nega la prenotazione per la notte di capodanno a famiglie con ragazzi autistici, perché avrebbero disturbato gli altri ospiti.
La società dei “normali”, di quelli in buona salute e con la carta di credito al posto giusto, distrugge l’umanità, la solidarietà, annulla il senso della vita.
Provo pena e vergogna per il proprietario dell’hotel.
E ho intenzione di andare in fondo a questa storia, facendo anche intervenire il governo.
Perché si possa provare a lenire le ferite di famiglie cui viene negato un diritto e che vengono colpite nella dignità dei loro figli”.