di Monia Lauroni
Un simbolo di fede che trova radici nell’opera del ‘Poverello’ di Assisi e che si traduce in un ode alla bellezza ed alla solenne sacralità dei luoghi verolani. Quasi a tutelare e custodire quelle chiese e quella vita semplice che si svolgeva tra i vicoli e le piazze mentre nel mondo si compiva il più grande miracolo della storia dell’umanità.
Ritrova spazio e vita quest’anno nella cripta della Basilica di Santa Maria Salome il presepe artistico della basilica. Nato dall’idea del rettore Don Angelo Maria Oddi, che con l’aiuto dei suoi collaboratori volontari, ha intriso di fede l’arte e la creatività ernica. La Natività, nella sua più pura essenza, di contorno e sfondo la chiesa di San Paolo con la sua grande cupola ed il possente campanile che dominano le vedute della città.
Emblemi della fede verolana, fedelmente riprodotti in scala con materiali “umili”, tanto estro e straordinaria manualità.
Ogni anno il presepe artistico è un pittoresco spaccato sulle diverse aree e borgate verolane. Un istante eterno dove tutto si ferma e attende.
Sulla scalinata del vicolo che apre al sagrato, perfetta e abitata da poche foglie e rami spezzati, è lí che nasce la Vita.
La luce della fede che illumina l’arte e l’arte che illumina e concretizza la fede.
Il Credo delle antiche pietre di Veroli che si fanno preghiera nella perfezione dei dettagli.
Oltre lo sguardo, la geografia del pensiero dei luoghi, la luce di fuga dei cittadini di Veroli e della loro interiorità complessa e, a volte, in bilico che trova pace e riparo in quella riproduzione perfetta della loro appartenenza e che racconta nella sua essenzialità, piú di ogni cosa, il miracolo della vita.