La Procura della Repubblica di Frosinone ha iscritto nel registro degli indagati dieci delle persone che lo scorso 2 settembre presero parte alla manifestazione tenutasi in piazza Cavour di Anagni per protestare contro l’uccisione di una capretta avvenuta in un agriturismo della periferia della città pochi giorni prima. Tra gli indagati, figura anche l’attivista Enrico Rizzi il quale – durante la manifestazione ha tirato fuori diversi poster con l’immagine, il nome e cognome di un ragazzo sostenendo che quello era l’autore dei calci che avevano portato alla morte dell’animale.
Gli indagati sono indagati per diffamazione aggravata in danno di minorenne, inosservanza di provvedimento in quanto la manifestazione non era stata autorizzata e per aver preso parte – appunto – alla manifestazione stessa.
Il tutto nasce dalla denuncia che i genitori di uno dei ragazzi indagati – minorenne, all’epoca dei fatti – hanno presentato alla Procura della Repubblica di Frosinone assistiti dall’avvocato Giampiero Vellucci. “Ecco il nome e la foto di chi ha ucciso la capretta”, recitava uno dei cartelli fatti circolare durante la manifestazione: “da ciò – spiega l’avvocato Giampiero Vellucci – si è venuta a creare una situazione di grave pericolo per il giovane, esposto al pubblico ludibrio e a commenti social molto pesanti tanto che in seguito ha avuto bisogno del servizio di accompagnamento a scuola da parte dei Carabinieri”.
Momenti di alta tensione c’erano stati anche durante la seconda parte dell’iniziativa di protesta tenutasi il 2 settembre quando i manifestanti si erano spostati in una piazza centrale di Fiuggi: urlando “Assassini, assassini!” Enrico Rizzi e una decina di altri attivisti erano arrivati in un luogo in cui erano presenti moltissimi bambini e loro genitori. Alcuni adulti, per proteggere i ragazzini, chiesero di spostare la protesta altrove, ma gli attivisti avevano continuato facendo così volare parole grosse.