Dall’associazione culturale “Tutti i colori del libro” riceviamo la nota che segue e che pubblichiamo integralmente e senza modifiche:
Un ragazzo di 27 anni è stato ucciso a colpi di arma da fuoco. In carcere per il suo omicidio c’è un giovane che di anni ne ha appena 23.
Il primo si chiamava Kasmi Kasem, il secondo Michea Zaka.
È accaduto a Frosinone, in via Aldo Moro, un sabato pomeriggio alle 19. L’ora del passeggio, l’ora dell’aperitivo. È accaduto in pieno centro. In mezzo ai ragazzini dello struscio, tra i passeggini.
La notizia non ha bisogno di tanti particolari. È la cronaca. Fredda, spicciola, il formale racconto di un episodio cruento.
Poi c’è il resto, fatto di mille sfumature. C’è la paura, lo sgomento, per alcuni l’incredulità. Ma c’è soprattutto la riflessione, inevitabile e necessaria. Perché non è dimenticando che passa la paura. Non è omettendo che si risolve il problema o si cancella un disagio che non è di oggi, ma parte da lontano.
Avremmo potuto far finta di niente. Avremmo potuto nasconderci in frasi dozzinali, come “succede ovunque”, “è un episodio isolato”, o in gelide dichiarazioni in cui si fa riferimento a bande che nulla avrebbero a che fare con il resto della città.
Però in un punto preciso di un marciapiede di via Aldo Moro, nella nostra città, c’è probabilmente ancora il sangue di un ragazzo di ventisette anni morto ammazzato. E allora noi abbiamo il dovere e il diritto di interrogarci sulla necessità di non mettere sotto al tappeto della città il suo enorme disagio solo per tornare alla nostra “tranquillità”, al quieto vivere di una cittadina di provincia in cui troppi segnali sono stati forse ignorati. Da tutti. Da ognuno di noi.
C’è una sola città, non due inconciliabili. Non può esserci la parte sana e quella dei carnefici, perché altrimenti diventa tutta un’enorme bugia.
Ecco perché non possiamo ignorare. Tutta la città scenda in strada per una marcia silenziosa. È il primo passo.
Ci vediamo all’ingresso principale del Matusa (in piazza Martiri di Vallerotonda) per poi recarci tutti insieme, percorrendo via Aldo Moro, in piazza don Carlo Cervini.
Non restiamo indifferenti!