di Giorgio Stirpe
Serviva una prestazione convincente, maiuscola, importante. Serviva dare un segnale a sé stessi e alle avversarie per dire che il Frosinone c’è e ci sarà fino all’ultimo, a giocarsi le proprie fiches per la salvezza.
E i giallazzurri non hanno deluso. Il pareggio raccolto sul campo del Genoa (1-1) è fondamentale per il morale, per la classifica, per mettere fine ad un periodo buio, tornando finalmente a fare punti anche al di fuori del Benito Stirpe, punti in trasferta in questo momento della stagione più che mai pesanti.
Di Francesco ha dovuto rinunciare in partenza alla vera anima di questo Frosinone, capitan Mazzitelli, affiancando Brescianini a Barrenechea, tornado a schierare la difesa a tre (Lirola, Romagnoli, Okoli), affidando a Soulè e Reinier il compito di scardinare la retroguardia genoana e sostenere Cheddira in posizione centrale.
L’approccio alla partita del Frosinone è stato di livello, davanti ad un Ferraris gremito e la presenza di 238 encomiabili tifosi ospiti, i calciatori giallazzurri hanno giocato con personalità, senza rischiare praticamente nulla, disinnescando le individualità del Genoa, in particolare Messias e Retegui, fino al regalo, ormai solito, concesso agli avversari: l’intervento scomposto di Okoli in area su Gudmundsson è stato quanto inutile quanto dannoso ed ha costretto l’arbitro ha fischiare un calcio di rigore evitabile. Dal dischetto l’asso islandese non ha sbagliato (30’) e per i ciociari la gara si è messa in salita. Nonostante il colpo, però, i ragazzi di Di Francesco hanno ripreso con coraggio a macinare gioco e il pareggio (meritato) è arrivato pochi minuti dopo (37’) al termine di una delle azioni che da sempre contraddistinguono il gioco del Frosinone: Soulè che vede e serve Zortea in sovrapposizione, e Reinier che raccoglie il cross basso incrociando dove Martinez non è potuto arrivare.
Pareggio, come detto, strameritato e a parlare sono stati i numeri del primo tempo: Frosinone con il 57% di possesso palla, 11 tiri in porta, contro i 5 del Genoa, 7 calci d’angolo contro 2. Con certi numeri i giallazzurri avrebbero meritato di finire avanti la prima frazione, qualcosa di già visto in passato, in molte circostanze.
L’undici giallazzurro ha mantenuto la stessa concentrazione e intensità anche nella ripresa. Pur lasciando qualcosa nel possesso palla agli avversari, ha cercato di offendere creando più di qualche apprensione al Genoa e, al contempo, di evitare i “soliti” errori. Tanta corsa ma poche sono state le occasioni pulite create da una parte e dall’altra, ad eccezione del brivido finale del rigore assegnato inizialmente al Frosinone per un fallo di mano che, in verità non c’era, perché il difensore rossoblù Thorsby non aveva toccato il pallone con un braccio, bensì con la testa.
Un punto che va preso con soddisfazione e che dovrà servire per rilanciare la marcia dei ciociari che hanno dimostrato di essere vivi e domenica contro il Bologna dovranno provare a fare un’impresa contro la squadra più in forma del momento.
LE PAROLE DI EUSEBIO DI FRANCESCO
L’ultimo quarto d’ora del primo tempo abbiamo dominato la partita, potevamo fare anche il secondo gol con un pizzico di fortuna in più. Poi siamo stati solidi e il nuovo assetto difensivo ci ha aiutati in questo. Ci teniamo stretto il punto, peccato per il finale, il rigore che ci aveva illusi, ma poi ci è stato negato dal Var. Ci manca sempre un po’ di buona sorte per fare bottino pieno. Ho visto grande compattezza, come in passato, ci siamo spesso persi dopo il vantaggio degli avversari, questa volta invece no. Nel secondo abbiamo retto benissimo, soffrendo qualcosa nel finale. Finalmente fermiamo l’emorragia e torniamo a muovere la classifica.