Non solo la celebrazione della liberazione dal nazifascimo ma, considerato il quadro internazionale dove sono tanti i teatri di guerra in corso, soprattutto un messaggio forte di pace lanciato da un territorio che la guerra l’ha subita.
Con questi obiettivi il Comune di Roccasecca vuole ricordare il 25 aprile, attraverso la Festa per la libertà e impegno per la pace.
La celebrazione della ricorrenza, di cui quest’anno si ricorda l’ottantesimo anniversario, è stata anticipata al 23 aprile perché il 25 tutti i comuni saranno presenti nel piazzale della Provincia di Frosinone per il conferimento della medaglia d’oro al merito civile da parte del ministro dell’interno Matteo Piantedosi.
Per questo motivo il Comune ha deciso di anticipare l’evento, così da rendere protagonisti della manifestazione soprattutto i ragazzi del locale Istituto Omnicomprensivo, che animeranno la mattinata con dei laboratori didattici sul tema della pace.
Si parte alle ore 10,30 con il corteo che da Piazza Mercato raggiungerà il Monumento ai Caduti di via Roma dove verrà deposta una corona d’alloro. Seguirà la benedizione del parroco e il discorso del sindaco Giuseppe Sacco.
A seguire gli interventi degli studenti che in questi giorni di avvicinamento alla manifestazione hanno approfondito i temi legati al 25 aprile e realizzato dei lavori specifici. Al termine della cerimonia verrà intonato anche l’inno di Mameli.
“Abbiamo pensato a una celebrazione diversa – ha dichiarato il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco – una manifestazione nella quale i protagonisti saranno i nostri ragazzi. Lo abbiamo fatto per un duplice obiettivo: renderli partecipi del ricordo di una pagina triste della nostra storia legata alla tragedia del nazifascismo e della seconda guerra mondiale, ma anche con uno sguardo al futuro. Sono troppi gli scenari nei quali si consumano guerre in questo momento, soprattutto ci allarma quello che sta accadendo in Ucraina e in Medio Oriente. Dobbiamo confidare nelle nuove generazioni affinché, meglio di noi, capiscano l’inutilità dei conflitti e soprattutto si rendano conto che la pace e la civile convivenza sono le armi più importanti per costruire un futuro diverso. La nostra generazione purtroppo non lo ha capito, ma non dobbiamo arrenderci e affidare a chi verrà dopo questo importante compito. Lavoriamo tutti perché questo odioso modo di risolvere le controversie tra i popoli e i territori sia messo al bando per sempre. Un impegno che diventa un dovere per quei territori come il nostro, che purtroppo sanno bene cosa sono le sofferenze, la fame e i morti che derivano dai conflitti”.
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