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    Incidente al Santuario della Santissima Trinità: parla il Vescovo della Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino-Anagni-Alatri Ambrogio Spreafico

    "fatti che possono accadere anche quando si fa una passeggiata in montagna. Colpa anche del cambiamento climatico. Progetti e soldi stanziati per la messa in sicurezza del santuario, ma la burocrazia frena tutto". Tra gli stessi pellegrini, intanto, cominciano a sorgere dubbi sulle questioni legate alla sicurezza di un'area frequentata - in questo periodo - da migliaia di persone; nella sola giornata di ieri, sono stati due gli episodi di cadute di sassi dalla montagna
    26 Maggio 20244 Mins Read
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    mons. Ambrogio Spreafico
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    Avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi l’incidente che si è verificato ieri mattina – sabato 25 maggio 2024 – proprio in uno dei momenti di maggiore affluenza di pellegrini verso il Santuario della Santissima Trinità di Vallepietra. Trascorse ormai più di 24 ore da quei fatti, nessun comunicato – né dal Comune di Vallepietra né dalla direzione del santuario – per informare ufficialmente i tanti pellegrini (e i loro famigliari che li attendevano a casa) di quanto accaduto, eccezion fatta per una breve comunicazione pubblicata sulla pagina Facebook del santuario stesso.

    Poco prima dell’incidente capitato al ragazzo, un’altra caduta di sassi aveva fatto spaventare i pellegrini in fila per entrare nel santuario, posizionati in una delle strettoie tra le rocce. Fortunatamente, in quel caso, nessuno si era fatto male. Due cadute di sassi in una sola mattinata; molti altri, probabilmente, sono caduti nei giorni precedenti.

    Su quanto accaduto, abbiamo sentito il vescovo della Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino-Anagni-Alatri mons. Ambrogio Spreafico.


    Monsignore, ci può spiegare cosa è successo?

    Un sasso è caduto dalla montagna e un ragazzo è stato portato in ospedale; dopo questo fatto, i Vigili del Fuoco hanno deciso di chiudere il santuario. Questo è accaduto.


    Poco prima era caduto un altro sasso; perché non si è pensato fin da subito di prendere provvedimenti per la sicurezza dei pellegrini?

    Guardi, riguardo a questo non sono informato. Per quanto mi riguarda, io sono arrivato nel pomeriggio di ieri dopo essere stato messo al corrente di quanto accaduto. Ovviamente, se le Forze dell’Ordine prendono una decisione, non è certo il vescovo a poter cambiarle. Questi dettagli li sa don Alberto (Ponzi, n.d.r., rettore del Santuario con il quale questa redazione ha più volte, invano, provato a mettersi in contatto); io non le so. Io sono arrivato nel pomeriggio per la celebrazione delle 18.30; poi sono andato a Vallepietra dove c’è stata la messa e poi la processione.


    Esiste un piano per la sicurezza e per la gestione di eventi come quello di ieri a cui prendono parte migliaia di fedeli?

    Guardi, non lo so. Deve chiedere a Don Alberto.


    Sa come sta il ragazzo?

    So che ieri stava in una situazione difficile, mi auguro stia meglio. Più tardi proverò a chiamare don Alberto per chiedergli se sa qualcosa in più; noi l’abbiamo ricordato, abbiamo pregato per lui nella messa che abbiamo celebrato a Vallepietra. Ieri sera ho saputo che si stava riprendendo, mi auguro sia così; è chiaro – però – che è rimasto ferito alla testa quindi, sicuramente, si trova in una situazione non facile.


    Quale è il volume dei pellegrini che raggiungono il santuario in questi giorni dell’anno e quale quello delle donazioni dei devoti?

    Decine di centinaia; o meglio: un numero impressionante. Questo è un luogo di grande attrazione, per il quale ci sono – tra l’altro – progetti e soldi stanziati per la messa in sicurezza. Non si capisce perché questi soldi non vengano utilizzati e perché non si fa un piano. Sarebbe ora che chi ha il compito di rilasciare tali autorizzazioni provi a capire che misure si devono dare e come si devono dare; è chiaro che è un luogo difficile, vista la presenza della montagna, ma è un luogo importante di memoria cristiana che non può essere in balìa del sasso che cade dall’alto. Spero che si prendano provvedimenti in maniera un po’ più decisa e che ci siano meno intoppi burocratici. Fatti come quello di ieri possono capitare anche se si fa una passeggiata in montagna. E poi, col cambiamento climatico, è ancor più facile che ciò accada. E’ evidente che non possiamo accogliere tanti pellegrini se non riusciamo a dare una sistemazione tale da garantire la sicurezza. Questo è evidente.


    Per quanto riguarda, invece, il volume delle donazioni?

    Anche questo non lo so; lo sa Don Alberto. Io so che in genere sono solo messe che vengono celebrate dai tanti sacerdoti che qui affluiscono perché ci sono tante persone che si confessano quindi c’è bisogno di avere un certo numero di sacerdoti che sono lì stabilmente per accogliere i pellegrini per le sante messe, specialmente il sabato e la domenica, e soprattutto per le confessioni. So che ci sono offerte per le messe, e so che queste sono tante. Tali donazioni servono anche per i sacerdoti che sono lì e per mantenere un minimo di decoro e di sicurezza dei luoghi dove vengono accolti i pellegrini. Però queste cose le sa don Alberto; io le so solo vagamente. Non voglio dire imprecisioni.

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