Il copione è di quelli già noti, che molti – ormai – conoscono già bene in provincia di Frosinone, e oltre: da una parte l’imprenditore che concorda con l’amministrazione locale il proprio megaprogetto e dall’altra i cittadini che, solo in un secondo momento, e in più di qualche caso a termini ormai scaduti, hanno la possibilità di manifestare il proprio dissenso alla realizzazione dell’opera.
Nel caso di specie, siamo nella periferia di Paliano, ai confini con il territorio di Anagni, non lontano dal popoloso quartiere periferico di San Bartolomeo di Anagni, da località Castellaccio, da località Amasona e da località Santa Maria di Pugliano: un posto splendido, attraversato a valle dalla via Casilina, a ridosso di pascoli ed aree verdi, con abitazioni tutt’intorno – e qualche villa –
a fianco alle quali si vuole costruire un impianto di produzione di biometano proveniente da fonti rinnovabili costituite da sottoprodotti agricoli e di origine animale, con una capacità produttiva di 500 Smc/h. A tutti gli effetti, struttura di cui la popolazione locale non sente il bisogno.
Informazioni – queste – tutte rintracciabili sul B.U.R.L. sul quale è stata pubblicata la Procedura abilitativa semplificata ad ottobre 2023, già comunicata ai primi di novembre del 2022 al Comune di Paliano.
A scriverlo, è lo stesso amministratore unico della società proponente il progetto: “alla data della pubblicazione del presente avviso la sottoscritta società non ha ricevuto alcuna notifica da parte del Comune di Paliano ai sensi del comma 4 dell’art. 6 del D.Lgs. 28/2011, pertanto il progetto deve ritenersi asserito“.
Un progetto vicinissimo alle abitazioni, che avrà conseguenze potenzialmente devastanti per il territorio: in termini di reale rischio per la salute pubblica (miasmi di tutti i tipi, polveri da traffico e merci nonché potenziali veleni dispersi come ammendante sui terreni); per la vita stessa della fauna circostante, per le attività economiche, agro-alimentari e turistiche del luogo (l’area prescelta si trova a pochi chilometri da Anagni e da Colleferro).
Ancora una volta, invece di informare e coinvolgere la popolazione e le associazioni locali, si è preferito tacere e far passare tutto sotto silenzio; e il compito di informare i cittadini di quanto sta per accadere anche stavolta tocca alla stampa locale. Ebbene, la proliferazione di impianti come questo, favorita anche dagli attuali forti incentivi economici, richiede una forte capacità di programmazione e pianificazione di questi insediamenti, per evitarne un abuso e che l’impatto cumulato si riversi su porzioni limitate di territorio e popolazione.
Questo impianto stravolgerà il territorio, non tutela l’ambiente e la vita dei cittadini. In termini di dimensioni sarà una delle centrali più grandi della regione. Sono previste migliaia di viaggi di trattori e di camion, con un forte impatto e disagio alla viabilità.
E’ davvero questo che serve al territorio?