Di seguito riportiamo integralmente e senza modifiche la nota inviata a questa redazione dai responsabili del Coordinamento “Difendiamo la Valle”:
Il coordinamento “Difendiamo la Valle” nasce in opposizione al progetto del Polo logistico a Cangiano (San Bartolomeo, Anagni) ma si propone – in collaborazione con altre associazioni, movimenti e comitati – di vigilare su tutti i progetti che interesseranno la Valle del Sacco che potrebbero mettere a rischio l’integrità naturale del suo territorio, la salute e la vita di coloro che la abitano. Il gruppo è composto da singoli cittadini, associazioni con esperienze decennali di difesa del territorio e della salute, gruppi politici; ne fanno parte impiegati, operai, studenti, pensionati, agricoltori, casalinghe, professionisti, dipendenti, disoccupati che hanno a cuore le sorti del proprio territorio.
Negli ultimi mesi il gruppo ha raccolto e inviato osservazioni (centinaia di pagine) confidando di trovare ascolto nell’Amministrazione di Anagni così come stabilisce lo statuto comunale del 1991 (art. 21), il “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani” del 23-12-2014 e lo “Statuto del coordinamento dei sindaci dei comuni della Valle del Sacco” del 2014 (art. 3), convinti che attraverso il dialogo fra le parti possano trovarsi soluzioni che tengano conto della necessità di crescita e posti di lavoro e il diritto alla salute psicofisica del cittadino data da un ambiente meno inquinato e più ricco di verde.
Il progetto del polo logistico a San Bartolomeo va ad aggiungersi ad una lunga lista di progetti che riguardano l’intera Valle del Sacco che comprende mega biodigestori, impianti di produzione di biometano, campi fotovoltaici e strutture per la logistica, rischiando di provocare un’ondata di cementificazione selvaggia di tutta la Valle, già martoriata e, ricordiamolo, zona SIN (Sito di Interesse Nazionale). Anche i cittadini delle città limitrofe, a cui siamo vicini e solidali, e con i quali collaboriamo, si stanno riunendo in associazioni per combattere tutto ciò e per chiedere che si tenga conto delle preoccupazioni per la loro salute, per il rispetto dell’equilibrio ambientale e non solo del mero profitto di pochi investitori.
Il progetto del polo logistico di Cangiano presenta diverse criticità: l’utilizzazione di un’area naturale a vocazione agricola (valutato come terreno agricolo di valore) a scopo industriale causerebbe la perdita irrimediabile di una zona verde ricca di biodiversità (si perderà l’habitat di specie animali e di piante necessarie al mantenimento dell’equilibrio naturale; la presenza di zone incolte incentiva la presenza di insetti impollinatori utili se non indispensabili alle colture circostanti e la proliferazione di insetti antagonisti dei parassiti delle colture, permettendo un minore o nessun uso di pesticidi; i terreni incolti svolgono anche la funzione di cattura e immagazzinamento di CO2). Sull’area di destinazione insistono vincoli paesaggistici e archeologici. Con questi interventi, il paesaggio verrà completamente stravolto: una delle strutture sarà alta più di trenta metri, lunga quattrocento metri e larga cento! La cementificazione del luogo determinerebbe un consumo di suolo e, conseguentemente, la impermeabilizzazione del terreno potrebbe dare luogo a allagamenti nelle aree circostanti; parimenti il consumo di suolo potrebbe compromettere la falda acquifera sottostante danneggiando i residenti; inoltre, un’impropria gestione delle acque reflue potrebbe avere effetti devastanti sulla falda che approvvigiona il Quartiere.
L’alterazione del reticolo idrografico, per permettere la costruzione, potrebbe determinare un grave rischio idraulico.
Ancora. Le attività del polo logistico farebbero aumentare a dismisura il traffico veicolare di mezzi pesanti (un autotreno ogni due minuti!): ci sarà un aumento delle polveri sottili che comporterà un incremento delle malattie respiratorie; si creerà una congestione del traffico in corrispondenza del casello autostradale danneggiando le attività commerciali della zona e i flussi turistici; da tenere conto anche dell’alta rilevanza di incidenti sul tratto di autostrada del Sole che attraversa la Valle, che aumenterà le occasioni di ingorgo; aumenterà il livello di rumore, che diverrà insostenibile soprattutto per i residenti.
L’aumento delle superfici cementificate e riflettenti comporterebbe una variazione termica che incide a sua volta sulla concentrazione degli elementi inquinanti nel tempo.
Sappiamo inoltre che il valore degli immobili contigui ad aree industriali o nei pressi di zone inquinate e trafficate diminuisce sensibilmente. Peraltro, le opere di compensazione promesse dalla ditta costruttrice sono assolutamente risibili (si tratta di opere dovute ai cittadini contribuenti dal comune di residenza) al confronto dei danni irreparabili sopra descritti.
L’amministrazione potrebbe indirizzare le proprie forze nel fornire occasioni di posti di lavoro diversi dallo svendere il proprio territorio.
Ricordiamo che nel programma elettorale delle forze politiche che attualmente ci governano si leggeva: “proteggere il territorio da ogni forma di inquinamento”; rammentiamo, inoltre, che nella delibera n° 35 del 23-11-2023 la Giunta Comunale ha indicati come priorità: “la tutela dell’attività agricola, del paesaggio e dell’ambiente per scongiurare ogni ulteriore consumo di suolo”. Nei fatti invece assistiamo ad una frettolosa pratica di cambio del Piano Regolatore Generale per permettere la costruzione del Polo Logistico e la proliferazione di proposte di impianti di campi fotovoltaici.
Il coordinamento Difendiamo La Valle, infine, desidera esprimere solidarietà e vicinanza a tutti i movimenti e i comitati dei comuni limitrofi che – in questi giorni – si stanno battendo per la difesa della Vita, del territorio, dell’ambiente, del paesaggio e della salute collettiva.