Una gara ricca di emozioni ed avvincente che ha visto trionfare, per il secondo anno consecutivo, il fantino Giovanni Stroveglia che ha corso per la contrada Torre, detentore del titolo della XXV edizione. Anche quest’anno il palio di San Magno, tradizionale appuntamento anagnino di fine estate che richiama in città numerosi visitatori ed appassionati, è stato un successo, malgrado le recenti accese polemiche che lo hanno preceduto.
per le foto ringraziamo i nostri lettori Gianni e Marianna
Grande ed appassionata è stata la partecipazione del pubblico, composto prevalentemente da tanti anagnini legati alle tradizioni – come ha tenuto a specificare la consigliera comunale Marianna Cacchi – “e questo ci ripaga dell’importante lavoro organizzativo che l’amministrazione comunale, ma anche tanti, tantissimi volontari, hanno messo in campo”.
“Ringrazio tutti, anche a nome del vicesindaco Riccardo Ambrosetti e dell’amministrazione comunale per essere stati così presenti e coinvolti – ha aggiunto Marianna – un grazie particolare, infine, al senatore Massimo Ruspandini che ci ha onorati della sua presenza per tutta la durata della manifestazione”.
LA GARA
La corsa all’anello è sia una gara di velocità che abilità, il cavallo viene lanciato in corsa e il cavaliere dovrà infilare un pugnale in un anello posto lungo il percorso. A vincere, chi è riuscito a infilarne di più: Giovanni Stroveglia, appunto. Dietro di lui – a pari merito – Samuel Versi ed Edoardo Casciotti.
LE POLEMICHE
Ma l’edizione 2024 non si è chiusa con la decretazione del vincitore; con un post pubblicato questa mattina sui social-network Luca Santovincenzo, capogruppo al consiglio comunale per LiberAnagni, ha espresso alcune considerazioni che potrebbero gettare benzina sul fuoco ancora nei prossimi giorni; eccole:
Ritengo giusto fare i complimenti ai cavalieri, ai loro staff ed a chi si è speso in maniera volontaria e disinteressata per la corsa all’anello di ieri.
È tuttavia doverosa una riflessione sull’evento e sulla gestione dell’intera vicenda, riassunta nella corrispondenza resa pubblica da cui si evince la mancanza di spessore politico di chi ha indotto AIAM a declinare con un ingiusto ultimatum. Peraltro, lasciando veicolare alla stampa una versione di comodo ed accuse infamanti.
Infatti, se le lettere pubblicate da AIAM hanno mostrato a tutti quanto vale la parola dell’assessore alla cultura, il nuovo Palio improvvisato ieri ha dimostrato il livello di credibilità dell’intera amministrazione.
Adesso aspettiamo la spiegazione di qualche scienziato sulla differenza tra la pavimentazione di Piazza Innocenzo III e quella di Porta Cerere, visto che ormai l’hanno capito anche i muri che non è stato il cambio di location il motivo del ritiro di AIAM.
Come aspettiamo l’ennesimo selfie dell’assessore che si vanterà di questa sua nuova perla: il palio di San Magno a tema “rinascimentale” il giorno dello Schiaffo (con tanto di uso inappropriato di simboli e colori che rischia di esporre l’ente ad azioni legali).
Ed ovviamente si loderà della scelta di tenere l’evento in notturna con persone di Paliano in abiti per l’appunto rinascimentali, cercando di nascondere di aver invece costretto AIAM a non accettare un diktat che anticipava il corteo alle ore calde, in totale spregio agli impegni assunti.
Forse la salute dei figuranti anagnini vale meno di quella degli amici di Paliano?
O forse vale più il narcisismo di qualcuno rispetto alla storia delle rievocazioni medievali AIAM di Anagni?
L’invito video a partecipare ad una festa “in costume” evidentemente non ha funzionato, come non hanno funzionato certe telefonatine ed il chiacchiericcio diffuso dei soliti delatori di professione.
Il significato religioso del Palio di San Magno ed il lavoro di centinaia se non migliaia di anagnini che negli ultimi 30 anni si sono spesi per le rievocazioni AIAM non possono essere cancellati con un’imitazione senza storia, senza anima, senza cultura.
E bisogna piantarla di diffondere infamie.
Chi dissente, chi critica, chi non accetta certe prepotenze, non “fa politica” come dicono loro.
È semplicemente un cittadino LIBERO.