La cancellazione del murale
Ad Anagni si è accesa una vivace polemica a seguito della decisione dell’amministrazione comunale di cancellare un murale raffigurante la bandiera palestinese. L’opera si trovava su un muro di proprietà privata affacciato su via Cerere Navicella, nei pressi dell’I.I.S. “G. Marconi” di Anagni. L’intervento, avvenuto nei giorni scorsi, ha visto l’utilizzo di vernice grigia per coprire l’immagine, scatenando immediate reazioni da parte di diverse figure politiche e cittadini.
L’ipotesi del G7 e le reazioni
Secondo alcuni, la cancellazione del murale è stata interpretata come un tentativo dell’amministrazione comunale di nascondere la bandiera palestinese in vista dell’imminente visita dei ministri degli esteri dei Paesi del G7 ad Anagni, prevista per il 25 e 26 novembre. A farsi portavoce delle prime critiche è stato Luca Santovincenzo, capogruppo di LiberAnagni nel consiglio comunale. “Se è stato fatto per non urtare la suscettibilità di qualcuno, vorrei dire che per cancellarlo non basta una mano di vernice,” ha dichiarato. “Io ancora lo vedo, in quel muro e altrove nella nostra città. È il segno di un’umanità indelebile. Pace e solidarietà per 20mila bambini uccisi,” ha aggiunto, esprimendo un messaggio di profonda solidarietà.
La posizione dell’amministrazione comunale
In risposta alle critiche, Carlo Marino, assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Anagni, ha rilasciato alcune dichiarazioni al nostro giornale. Marino ha precisato che, a suo parere, l’errore dell’amministrazione non risiede nella cancellazione del murale, bensì nel non averlo fatto prima. “Se anche ci fosse stata la bandiera di Israele, per questioni di opportunità avremmo dovuto intervenire,” ha affermato l’assessore.
Marino ha poi sottolineato che, sebbene l’amministrazione condivida il desiderio di pace e la solidarietà verso un popolo che sta attraversando gravi sofferenze, la preparazione della città per l’arrivo delle delegazioni internazionali richiede il rispetto delle diverse sensibilità e delle rispettive opportunità istituzionali