Ieri – domenica 5 luglio – l’assessore all’Urbanistica del Comune di Colleferro (un comunista in servizio permanente effettivo da più di 30 anni) ha diffuso un video zeppo di bugie e di mezze verità. I fatti dicono altro.
L’immobile di via del Pantanaccio nasce negli anni Ottanta (amministrazione di sinistra) come Centro Anziani sulla base di un finanziamento pubblico (Ministero delle Finanze).
L’insorgere di un contenzioso amministrativo tra Comune e proprietà dei terreni ne bloccò per lungo tempo la realizzazione, ad appalto assegnato. Negli anni Novanta si riuscì, grazie alla amministrazione di destra, a sbloccare la situazione, evitando di perdere il finanziamento pubblico e realizzando l’opera, la cui destinazione d’uso fu oggetto di innumerevoli approfondimenti circa i relativi costi di gestione. Sicché si delineo’ la possibilità di verificare, tra le varie ipotesi, la possibilità di utilizzare il fabbricato, dotato di minialloggi, palestre, bagni etc. per fini sanitari come Centro oncologico di eccellenza.
Trattativa che si arenò, purtroppo, negli anni successivi. E questo fu un errore, non imputabile certamente a chi quell’opera riuscì a realizzare dopo anni di stasi. Quanto all’idea di trasformare il fabbricato in scuola, per accogliervi l’IPIA, si tratta di una idea non solo errata, ma di complessa realizzazione. La nuova IPIA fu realizzata dalla Provincia insieme ad altre 11 scuole superiori costruire a Roma e nel territorio provinciale con cura meticolosa dei materiali impiegati, delle nuove tecnologie, dei laboratori, degli spazi sportivi, delle biblioteche, etc. Modello unico, e anticipatore in Italia di investimenti pubblico/privato con ricadute positive per la collettività.
Le scuole, in pratica, furono realizzate dai privati e locate al pubblico con la finalità di passare alla proprietà pubblica dopo tre anni, tramite riscatto a prezzi convenzionati, rapportati al costo del manufatto, senza oneri aggiuntivi. Insomma un procedimento amministrativo che ha fatto scuola e visto realizzare opere pubbliche che, da soli, Comuni ed enti locali non avrebbero mai potuto fare per evidenti problemi finanziari. In più, la scelta di ubicare l’IPIA sulla Palianense, frutto di una corretta procedura di gara, fu dettata dalla dislocazione del sistema logistico integrato (SLIM) in quella zona, per far sì che l’istituto professionale fosse vicino al sistema di imprese nuove che si andava sviluppando proprio in quell’area.
Una scelta logica e intelligente, quindi, non casuale e improvvisata. Insomma, la nuova IPIA è una scuola a tutti gli effetti, nasce come tale e fa invidia per gli spazi ampi, per le strutture e quant’altro. L’ex Centro Anziani si presta ad altri utilizzi di rilevanza pubblica. Ma il tutto va ragionato con diligenza e competenza tecnica, non tralasciando la valutazione costi/benefici, per effetto della usura cui il fabbricato è stato esposto per il tempo trascorso dalla sua realizzazione. Polemizzare sul passato senza conoscerlo serve solo a confondere le idee.
articolo di Silvano Moffa