Nella mattinata odierna, la Digos di Frosinone, con la collaborazione degli omologhi uffici di Roma e Parma, ha eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di stranieri di origine prevalentemente curdo-irachena, emesse dal GIP della Procura della Repubblica di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, per reati connessi al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina anche attraverso il procacciamento e la falsificazione di documenti.
Le articolate investigazioni, supportate dal Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Esterno della D.C.P.P./U.C.I.G.O.S., hanno consentito di individuare un’ampia organizzazione a carattere transnazionale attiva nel favorire l’ingresso illegale di immigrati ai quali veniva richiesto il versamento di ingenti somme di denaro. Questi, in gran parte originari del Medio Oriente, accedevano in area Schengen sia dalla Grecia che attraverso le frontiere di Bari, Roma, Venezia e Pisa. Dopo una temporanea permanenza in alcune abitazioni situate nella capitale, gli stranieri, muniti di documenti contraffatti, proseguivano per i Paesi del nord Europa.
Le risultanze probatorie hanno, inoltre, evidenziato che i componenti dell’organizzazione sono tutti regolarmente soggiornanti sul Territorio Nazionale in quanto riconosciuti asilanti.
Per ogni singolo trasferimento veniva richiesta la somma di 2.500 euro attraverso la cosiddetta hawala (sistema di rimessa di denaro fortemente radicato nella cultura araba e basato sulla fiducia).La perdurante illecita attività ha così consentito l’accumulo di ingenti somme di denaro da parte del sodalizio che, dopo averne destinata una cospicua quota per il sostentamento dell’intera struttura organizzativa, inviava in restanti proventi all’estero attraverso operazioni di money transfert sui circuiti Western Union e Moneygram.
La rilevanza del contesto criminale investigato è ulteriormente supportata dalla circostanza che nel corso degli ultimi mesi sono stati arrestati in Italia numerosi stranieri trovati in possesso di documenti contraffatti provenienti dalla medesima filiera oggetto delle indagini e di come l’organizzazione si fosse adoperata per garantire il transito di minori non accompagnati attraverso fittizi nuclei familiari.