In tanti – nei giorni scorsi – hanno pianto per la notizia della scomparsa di Giuseppe Pompeo, conosciuto da tutti come Peppino di Campobasso.
Per tantissimi anni, già a partire dai primi anni ’50, Peppino ha percorso in lungo e in largo le strade della provincia di Frosinone e di molti Comuni a sud di Roma come San Vito Romano, Palestrina, Valmontone, Cave e molti altri, “richiamando l’attenzione di casalinghe, contadini e macellai, spostandosi all’inizio in bicicletta, poi in motorino, per passare infine al furgone”, come ha scritto lo studioso di Storia locale Achille Pacciani su Facebook.
Giuseppe era nato il 14 dicembre 1937 a Sant’Elena Sannita, vicino ad Isernia. Aveva iniziato la sua attività professionale seguendo le orme del padre, anch’egli arrotino, andando ad occuparsi di affilare rasoi, lame e forbici. L’arte della affilatura – già allora – nel paese natìo di Peppino, veniva da una tradizione secolare e si legava inevitabilmente alla carestia che colpì il territorio nella seconda metà del Settecento. Quindi, da agricoltori, gli abitanti di Sant’Elena Sannita divennero arrotini.
Come spiega ancora Achille Pacciani, “Peppino ha svolto il suo lavoro incessantemente fino alla morte avvenuta il 23 dicembre 2022 nella sua abitazione“.