Il soldato Onor caduto Antonio Rotondi fu Vincenzo torna a casa dopo ottant’anni: nato a Boville Ernica il 20 ottobre 1913, arruolato nel 51° reggimento fanteria “Alpi” nei primi mesi del 1942, all’età di 29 anni, per combattere nella Seconda Guerra Mondiale. Viene catturato dalle truppe tedesche a Durazzo, in Albania, l’otto settembre 1943, giorno dell’armistizio. Condotto in Germania viene internato nel campo di prigionia “Stalag VI-d” di Dortmund. Morirà dopo circa otto mesi per ‘stenti, tubercolosi, deperimento organico ed esaurimento nervoso’, come si legge nei certificati redatti in lingua tedesca, e sepolto in Germania.
Oggi, grazie alla tenacia e alla perseveranza dei nipoti, il suo feretro, avvolto dal Tricolore italiano, è stato tumulato a Boville Ernica, accolto con gli onori militari e il rispetto istituzionale che merita chi ha dato la propria vita per la libertà e la democrazia.
La cerimonia, che ha visto il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Boville Ernica, si è svolta in piazza Sant’Angelo alla presenza di numerosi familiari. È seguita, nella chiesa di San Michele Arcangelo, la funzione religiosa officiata dal parroco don Giovanni Ferrarelli. Presenti numerose autorità civili e militari.
Ad aspettare il feretro, arrivato a Porta San Nicola accompagnato dai familiari, c’erano il sindaco di Boville Ernica Enzo Perciballi e quello della vicina città di Monte San Giovanni Campano Emiliano Cinelli, il viceprefetto della Provincia di Frosinone, la dottoressa Stefania Galella, il comandante della locale stazione dei Carabinieri luogotenente Mario Vinci, il presidente del Consiglio provinciale Gianluca Quadrini, il sindaco di Arce Luigi Germani, l’assessore del Comune di Atina Quirino Di Paolo e quello del Comune di Artena Carlo Scaccia, la baby sindaca di Boville Ernica e numerosi amministratori comunali.
A rendere gli onori militari c’erano i soldati dell’Esercito Italiano, con il picchetto del 41° Reggimento “Imint Cordenons” di Sora, coordinato dal capitano Paolo Servillo e il trombettiere del Comando Artiglieria Contraerea di Sabaudia. Protagonista anche l’Istituto comprensivo diretto dal professor Giacomo La Montagna: gli scolari hanno eseguito i canti istituzionali e letto alcuni brani.
Dopo la resa degli onori c’è stato l’intervento del sindaco di Boville Ernica Enzo Perciballi il quale, molto commosso, ha ringraziato tutte le autorità e le istituzioni presenti e ha evidenziato, fra l’altro, l’importanza del “dovere, della Patria e dello spirito di sacrificio che il soldato Antonio Rotondi ha incarnato fino all’estremo” aggiungendo fra l’atro che “la storia di Antonio ci ricorda che la libertà ha un prezzo e che è compito di ognuno di noi contribuire alla sua difesa e al mantenimento dei valori che ci guidano”.
Dopo le testimonianze degli scolari e del baby sindaco si è svolta la funzione religiosa. Durante l’omelia il parroco don Giovanni ha fra l’altro evidenziato il disastro dei campi di concentramento e gli orrori delle guerre, comprese quelle attuali. “Anziché armare, ogni giorno dobbiamo disinnescare” ha detto ancora, aggiungendo che bisogna “rendere onore non con le parole ma con le scelte di vita quotidiana”.
Al termine della messa il comandante dei carabinieri Mario Vinci ha letto la preghiera ai caduti di San Giovanni Paolo Secondo. Quindi la cerimonia si è spostata di nuovo in piazza, davanti al Monumento ai Caduti di tutte le Guerre. Toccante il momento della resa degli onori militari al feretro con alle spalle la lapide sui cui, come ha ricordato il sindaco nel suo discorso, è inciso anche il nome del soldato Antonio Rotondi.
Quindi c’è stato l’intervento del nipote, l’avvocato Tonino Rotondi che, insieme a sua moglie Sonia Chiarlitti e ad altri parenti, si è prodigato per riportare in Patria i resti nel nonno mai conosciuto. Tonino, che del nonno porta anche il nome, ha raccontato ai presenti la storia del soldato Antonio, che è riuscito a ricostruire con tanti sforzi e tenacia; quindi, ha ringraziato tutti i presenti e le istituzioni, fra cui il sindaco di Boville Perciballi e quello di Monte San Giovanni Campano Cinelli, con le relative Amministrazioni, per essersi fattivamente prodigati per quanto di loro competenza.
A margine dell’iniziativa il presidente del Consiglio Gianluca Quadrini, presente in rappresentanza dell’Amministrazione provinciale di Frosinone e del presidente Luca Di Stefano, ha rimarcato “l’importanza di queste iniziative e di come la Provincia di Frosinone debba far sentire la propria vicinanza”.
Al termine della cerimonia, il feretro avvolto da un drappo tricolore, con all’interno i resti del soldato Antonio, è stato tumulato nel cimitero comunale di Boville Ernica.
DISCORSO DEL SINDACO PERCIBALLI
Cittadini, autorità civili, militari e religiose, scolari;
Oggi, ci riuniamo qui per un momento solenne e significativo nella storia della nostra comunità. Questa giornata segna il ritorno a casa di uno dei nostri, onor caduto Antonio Rotondi, figlio di questa terra, che per ottanta lunghi anni è stato disperso nella nebbia della guerra. La sua storia è quella di molti, ma oggi voglio porre l’accento sul valore del dovere, della Patria e dello spirito di sacrificio che lui ha incarnato fino all’estremo.
Antonio Rotondi è uno dei figli di Boville Ernica caduti per la libertà. Il suo nome è inciso nel nostro Monumento ai Caduti di tutte le Guerre, un simbolo tangibile del prezzo che anche il nostro paese ha pagato per difendere i valori che ci uniscono. La sua storia è emblematica del coraggio e dell’abnegazione di chi ha sacrificato la propria vita per il bene collettivo.
Oggi dobbiamo rendere onore non solo al ritorno fisico di Antonio, ma anche alla forza, alla tenacia e agli sforzi straordinari compiuti dai suoi nipoti. Hanno dedicato tanto tempo alla ricerca della verità, seguendo un sentiero tortuoso che li ha condotti attraverso il tempo e lo spazio. E, grazie alla loro perseveranza, oggi possiamo accogliere le spoglie mortali di Antonio e restituirgli il suo posto nella nostra storia.
Questo ritorno sia un monito per tutti noi. Infatti, rappresenta la necessità di preservare il senso della Patria e lo spirito di sacrificio: valori che, anche oggi, sono fondamentali per il bene comune.
La storia di Antonio ci ricorda che la libertà ha un prezzo e che è compito di ognuno di noi contribuire alla sua difesa e al mantenimento dei valori che ci guidano.
Antonio Rotondi riposerà finalmente in pace nella sua terra natale. La sua tomba diventerà un luogo di riflessione e ricordo per le generazioni future, e i suoi familiari potranno finalmente onorare la sua memoria e avere un luogo in cui commemorarlo.
Grazie alle autorità civili, militari e religiose, ai carabinieri, all’esercito e a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questo momento di riconciliazione.
La storia di Antonio Rotondi ci insegna che, anche di fronte alle più grandi avversità, la forza della comunità e il senso del dovere possono guidarci verso la luce.
Grazie, e che Antonio possa finalmente riposare in pace.