di Giorgio Stirpe
Il 23 settembre 2015 fu Leonardo Blanchard a segnare nel recupero il gol del 1-1 che consentì al Frosinone di pareggiare all’Allianz Stadium contro la Juventus, oggi è stato un altro difensore, Rugani, a parti invertite, sempre nel recupero (95′), a negare ai giallazzurri di scrivere una nuova bella pagina della propria storia contro i bianconeri. Sliding doors amaro per i ciociari.
Di Francesco è tornato alla difesa a tre che da qualche settimana aveva messo da parte, per presentare una squadra più compatta in difesa. Sulla terza linea Lirola è stato preferito a Monterisi, probabilmente per la sua maggiore mobilità da opporre a quella di Chiesa. Un uomo in meno in attacco (Soulè a sostegno di Cheddira) e una mediana di tecnica, corsa e sostanza formata da Mazzitelli, Brescianini e Harroui. Ancora panchina per Barrenechea.
Davvero ottima è stata la personalità con cui il Frosinone ha reagito al gol preso in avvio di partita da Vlahovic (al 3′), ricompattandosi subito, e a testa bassa, provando a sviluppare il gioco che lo contraddistingue. I risultati sono arrivati e con due lampi sono arrivati prima il pareggio di Cheddira al 14′, primo gol su azione del centravanti marocchino in questa stagione e al 27′ il sorpasso con un’azione magistralmente ispirata e rifinita da Harroui (pienamente ritrovato), chiusa con un prodigio da Brescianini, bravo ad occupare lo spazio lasciato dai difensori bianconeri. Due reti di grande qualità per i giallazzurri, costruite secondo il credo “difranceschiano”, oggi universalmente riconosciuto in Serie A. Il problema di questa squadra? Il solito: la fragilità difensiva. Nonostante un assetto più di prudente e la presenza di un centrale in più nei trenta metri davanti a Cerofolini (preferito ancora una volta a Turati), per la Juventus è stato sempre troppo semplice arrivare in area ciociara e Vlahovic ne ha approfittato per la sua personale doppietta (terzo gol al Frosinone in questa stagione), pareggiando dopo pochi minuti i conti con un sinistro all’altezza del dischetto del rigore. La gara è rimasta viva fino al termine della prima frazione con i ciociari bravi a rispondere alla Vecchia Signora colpo su colpo.
Ripresa ad alta tensione per il Frosinone che ha lasciato l’iniziativa e il possesso palla alla Juventus, facendo una partita di attesa nella propria metà campo, lottando su ogni pallone con energia e attenzione, cercando di non scoprirsi troppo e lasciare il fianco alle percussioni dei bianconeri. Insomma, i giallazzurri hanno sviluppato la gara nella maniera in cui sempre più spesso viene chiesto dai tifosi: provare a difendere il risultato, accontentarsi anche di un pareggio, soprattutto contro le compagini nettamente più forti come la stessa Juventus. Qualcosa che a Di Francesco non piace, come diverse volte da lui stesso sottolineato nelle varie conferenze stampa, ma che all’Allianz Stadium ha voluto comunque sperimentare e il cambio nella ripresa tra Barrenechea e Harroui, che ha dato ancora più sostanza al centrocampo, è andato proprio in questa direzione. Questa volta l’allenatore non potrà essere rimproverato di non aver voluto cambiare pelle al suo Frosinone. Tutto bene fino a 45 secondi dalla fine (!) quando la squadra si è disunita sull’ultimo calcio d’angolo della Juventus, Monterisi (entrato da pochi secondi) ha perso la marcatura di Rugani sul secondo palo e Cerofolini ha completato la “frittata” facendosi passare tra le gambe il tiro della disperazione scoccato dal difensore centrale bianconero da posizione molto defilata. La beffa è servita, e i giallazzurri che ora devono leccarsi le ferite per aver perso sul traguardo un punto che sarebbe stato davvero prezioso per la corsa salvezza.
LE PAROLE DI EUSEBIO DI FRANCESCO
Primo tempo di alto livello anche dal punto di vista della manovra, nel secondo tempo abbiamo avuto meno energie, ho inserito un saltatore in più nel finale per contrastare quelli della Juventus ma non gira. Andiamo a casa con rammarico nonostante una prestazione di ottimo livello, peccato restare a mani vuote. Dovevamo avere attenzione a non perdere l’uomo nel finale. Grande delusione per il risultato ma non per la partita. Abbiamo cercato di cambiare pelle, soprattutto nella ripresa, per portare a casa il punto e non solo i complimenti. Nelle poche opportunità che abbiamo concesso gli avversari hanno fatto gol.