di Giacomo Zito, direttore del Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale
Prima dei moderni mezzi di comunicazione, e ancora oggi, il teatro ha inciso profondamente su tutti gli strati sociali delle comunità e dei popoli, e resta il terreno fertile con il quale nutrire la riflessione filosofica e politica: è un ponte tra attore e spettatore, e di conseguenza tra le culture, tra i popoli e tra le religioni. Lo spettacolo dal vivo è un antidoto all’individualismo e all’isolamento sociale perché risveglia in chi lo pratica e in chi ne fruisce un’energia essenziale: l’empatia.
Abbiamo individuato per questa edizione del Festival una linea tematica dedicata all’empatia e alla gentilezza perché crediamo che il teatro sia uno specchio nel quale la comunità degli spettatori si possa riconoscere, e che il Festival possa restituire ad una delle più belle piazze medievali italiane la sua funzione di centro di aggregazione, dove il teatro, palestra di empatia, possa incoraggiare l’educazione alla gentilezza, che è espressione di forza, non di debolezza.
Ci sono venute provvidenzialmente incontro su questo sentiero alcune tra le proposte più significative della produzione teatrale nazionale: dallo spettacolo inaugurale L’incanto del cavaliere…Don Chisciotte dell’Accademia Creativa (23 agosto) che veicola con sé il sogno di un mondo di giustizia e di pace al San Francesco, di cui Giovanni Scifoni veste i panni in Fra’ (25 agosto), catalizzatore straordinario e paradigma di amore universale. Riguardo poi al rapporto tra Caravaggio e l’empatia, anche alcuni studi di neuroestetica corroborano la scelta di presentare Caravaggio il maledetto con Primo Reggiani (24 agosto). Sigismondo e Isotta (27 agosto) è il romanzo di Maria Cristina Maselli che fa rivivere una storia in cui la forza dell’amore cambierà il destino degli amanti, mentre Strighe maledette! (28 agosto) ci fa riflettere sull’assenza assoluta di empatia che arriva a giustificare il femminicidio; Bombe su Anagni (29 agosto) con la regia di Monica Fiorentini, rievoca un evento che conserva intatto negli Anagnini il suo impatto emotivo: il bombardamento del 1944; con OiL Canto di Shakespeare (30 agosto) Pamela Villoresi rende omaggio al più grande drammaturgo di tutti i tempi, e conclude il programma un significativo ensemble diretto da Claudio Maria Micheli, con Carmina Burana di Orff (31 agosto): se siamo tutti fatalmente soggetti alla Fortuna, possiamo almeno offrire il nostro canto all’amore e al divertimento per condividere empaticamente la fragile condizione della nostra esistenza terrena.
La XXXI Edizione del Festival è dedicata a Maria Rosaria Omaggio, che fu ospite della manifestazione nel 2009.