di Giorgio Stirpe
Altra giornata nera per il Frosinone, l’ennesima di un campionato nato male che sta proseguendo anche peggio. La sconfitta di Brescia è stata pesante sotto tutti i punti di vista, quello tecnico perché la squadra ha confermato di non avere idee né gioco, quello caratteriale, perché in pochi hanno dimostrato voglia di combattere e perché la facilità con cui i lombardi hanno avuto la meglio dei giallazzurri è stata disarmante.
Occorre immediata una seria riflessione da parte di tutti. I 113 coraggiosi tifosi ciociari che hanno seguito la squadra in trasferta e il popolo canarino non meritano di vivere weekend così amari.
Vivarini ha dato vita ad una nuova rivoluzione scegliendo di mandare in campo un attacco tutto nuovo, con Partipilo (all’esordio) e Distefano alle spalle di Tsadjout, centrocampo a quattro con il rientro in mezzo di Gelli al fianco di Darboe, A. Oyono e Marchizza sugli esterni, e difesa a tre con gli esperti Biraschi e Monterisi affiancati dal giovane Bracaglia. In porta esordio anche di Sorrentino chiamato a sostituire lo sfortunato Cerofolini che resterà fuori per un paio di mesi a causa dell’infortunio patito in allenamento.
Una rivoluzione studiata a lungo nelle due settimane che hanno preceduto la gara del Rigamonti, un lavoro favorito dalla sosta che ha dato modo al tecnico giallazzurro di dedicarsi soprattutto all’inserimento degli uomini arrivati nel corso dell’ultimo giorno utile di calciomercato.
Novità che, a conti fatti, si sono rivelate un azzardo, perché la squadra, sin da subito, è apparsa timorosa, insicura, poco lucida nella manovra d’attacco e fragile in difesa. Il Brescia, giocando in maniera semplice, ha approfittato delle debolezze dei canarini, dominando il campo e infilando tre volte la porta difesa da Sorrentino in 35 minuti, due volte con Juric (7’ e 19’) e una con Olzer (35’). In mezzo altre occasioni per le rondinelle e un paio di conclusioni degli uomini di Viviarini che non hanno sortito effetti.
In un primo tempo così desolante, neanche Distefano, a mani basse il miglior giallazzurro fino a questo momento, è riuscito ad entrare in partita e combinare qualcosa lì davanti.
Nella ripresa ci si aspettava un Frosinone diverso, invece, la colossale ingenuità di Darboe, ha praticamente annullato ogni possibilità di tornare in partita. Il centrocampista ex Samp, infatti, al 57’, ha reagito ad un fallo di un avversario in maniera violenta, vedendosi sventolare sotto il naso un inevitabile rosso diretto che ha costretto i giallazzurri a giocare in inferiorità numerica per il resto della gara. Tutto questo proprio nel momento in cui Vivarini stava pensando di cambiare qualcosa nell’undici ciociaro. Il tecnico, ovviamente, ha dovuto rivedere i suoi piano tecnico-tattici, sapendo, in cuor suo, di non poter più recuperare la partita.
Al contrario, i ciociari hanno giocato per non rendere ancor più pesante il passivo e sono stati graziati da Verreth che ha colpito il palo al 75’, ma poi non hanno potuto evitare il poker del Brescia arrivato su calcio di rigore al 84’ trasformato da Moncini. Le rondinelle hanno anche sfiorato la quinta rete ma la traversa ha salvato il Frosinone proprio nel finale.
Nota lieta, unica della giornata, il ritorno in campo di Kalaj dopo molti mesi di assenza. L’augurio è che lo sfortunato difensore albanese possa rappresentare un “acquisto” importante per dare nuova sicurezza alla retroguardia giallazzurra.
E’ sicuramente presto per parlarne ma i numeri oggi sono impietosi: tre soli punti in cinque giornate, quattro gol fatti e nove subiti, un ruolino di marcia che pone il Frosinone nelle zone basse della classifica, una tendenza che va invertita e alla svelta.