L’indagine e la denuncia
Un telefono rubato e una richiesta di riscatto
Nel pomeriggio di ieri, il personale della Polizia di Stato di Frosinone ha tratto in arresto due uomini con l’accusa di estorsione e ricettazione. L’operazione è stata condotta dagli agenti della Squadra Mobile, in seguito alla denuncia presentata da una donna, alla quale era stato rubato un telefono cellulare di ingente valore, un APPLE iPhone 16.
La vittima è riuscita a localizzare il dispositivo grazie a un’app di geolocalizzazione, scoprendo così il suo passaggio di mano tra diversi soggetti noti alle forze dell’ordine e legati al mondo della tossicodipendenza nella città di Frosinone.
La richiesta di riscatto
La trappola dei criminali e l’azione della vittima
Pochi giorni dopo il furto, la donna è stata contattata da un individuo già noto alla Polizia, il quale le ha chiesto il pagamento di 400 euro per riavere il telefono. Per guadagnare tempo, la vittima ha acconsentito alla richiesta, consegnando un primo importo di 150 euro. Allo stesso tempo, ha organizzato un incontro per il pagamento della somma rimanente presso un ATM situato nella parte bassa della città, spiegando che solo con il telefono avrebbe potuto effettuare il prelievo.
L’intervento della Polizia
Il piano della vittima e l’arresto dei criminali
Sotto la sorveglianza degli agenti della Squadra Mobile, la donna si è recata al luogo dell’incontro, dove è stata raggiunta da due uomini. Dopo aver ricevuto il telefono, ha simulato un prelievo come concordato con gli investigatori. A quel punto, la Polizia di Stato è intervenuta tempestivamente, arrestando entrambi gli uomini con l’accusa di estorsione e ricettazione.
Le conseguenze legali
Le misure cautelari e il principio di presunzione di innocenza
Al termine delle formalità di rito, su disposizione del P.M. di turno della Procura di Frosinone, i due arrestati sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.
È doveroso sottolineare che, al momento, gli indagati sono solamente indiziati di delitto. La loro posizione sarà valutata nelle sedi giudiziarie competenti e solo con una sentenza definitiva potranno essere riconosciuti colpevoli dei reati contestati, nel pieno rispetto del principio costituzionale di presunzione di innocenza.