Dopo settimane di silenzio e speculazioni, il sindaco di Anagni Daniele Natalia sceglie di intervenire pubblicamente sul caso della lettera anonima firmata “Fra Dolcino“, un attacco diffamatorio che ha gettato ombre sull’amministrazione e su privati cittadini. Lo fa attraverso un’intervista esclusiva rilasciata ad anagnia.com e alla pagina “L’Anagnino“, gestita dal prof. Paolo Carnevale, docente e giornalista.
In un clima di tensione e sconcerto, la vicenda ha alimentato voci, congetture e accuse infondate, amplificate dai social e dalle chat private. Il primo cittadino si dice ferito e indignato per il tentativo di gettare discredito non solo sulla sua persona, ma anche su chi opera ogni giorno all’interno del Comune di Anagni. Ora, però, ha deciso di parlare per chiarire la sua posizione ed esprimere la propria determinazione e rispedire al mittente ogni insinuazione.
L’intervista affronta il contenuto del messaggio anonimo, le sue conseguenze e il turbamento che ha provocato non solo nella vita politica, ma anche nella sfera personale e familiare degli interessati. Natalia non ha dubbi: si tratta di un attacco mirato alla stabilità amministrativa della città, portato avanti con mezzi subdoli e vigliacchi. Tuttavia, assicura che né lui né la sua squadra si lasceranno intimidire.
Ecco, di seguito, le sue parole.
Sindaco, perché a distanza di qualche settimana dall’increscioso episodio della lettera del “corvo” ha sentito l’esigenza di parlare del caso? E perché lo ha voluto fare in forma esclusiva con le testate giornalistiche anagnia.com e “L’Anagnino”?
Parto dalla seconda domanda. Ho voluto coinvolgere per questa intervista soltanto le vostre testate giornalistiche in quanto sono state le uniche a dimostrare rigore professionale dinanzi ad un fatto così esecrabile da non meritare di certo una semplice declinazione in “gossip scoop”. La stessa vostra sensibilità, infatti, non l’ho ritrovata, con grande rammarico, in altre cronache giornalistiche che, cimentandosi tra effimeri sensazionalismi e pedanti disquisizioni su miserie e virtù dell’umana natura, hanno piuttosto mirato a suscitare e alimentare morbosi interessi su di un accaduto che avrebbe imposto di adottare tout court, da parte di tutti, la condanna del silenzio.
E’ per questo che sento il dovere di parlare dell’episodio del “corvo”, e lo faccio solo adesso per una serie di ragioni. Innanzitutto perché dopo la doverosa denuncia-querela da parte delle persone tirate in ballo nello scritto diffamatorio era opportuno dare la possibilità agli inquirenti di operare senza clamori ulteriori e interferenze per l’accertamento del/dei colpevoli e poi perché nell’immediatezza dei fatti sicuramente avrebbe dominato la rabbia sulla razionalità, necessaria invece nell’analisi di ciò che è accaduto.
Lungi da noi entrare nel merito “becero” dei fatti citati ma chi legge oggi questa intervista potrebbe non comprendere cosa sia accaduto. Cosa si sente di dire al riguardo?
Molto semplicemente è accaduto che è stato spedito uno scritto anonimo a delle persone mirate, tra cui alcuni amministratori del Comune, scritto a firma di un certo “Fra Dolcino”, nel quale vengono elencati una serie di comportamenti e fatti che coinvolgerebbero politici, amministratori nello specifico sindaco, assessori e consiglieri, ma anche privati cittadini, professionisti ed imprenditori. Vengono rappresentati nello scritto, con finto linguaggio dialettale, fatti gravi e deprecabili consistenti in scambi di favore per l’accesso al lavoro negli uffici comunali attraverso “mercimonio” di natura sessuale e di denaro.
Argomenti chiaramente falsi, diffamatori e calunniosi tanto da spingere le persone offese a presentare circostanziata denuncia-querela a tutela della propria onorabilità.
Senza sminuire la portata della questione, ma comunque sembra una delle tante storie di attacchi alla politica da parte di persone che dietro l’anonimato si vendicano di qualcosa.
Sarebbe stato così, e non avrei neanche sentito la necessità di parlarne, se il vile anonimo si fosse limitato a denigrare e calunniare solo noi politici-amministratori, che nel ruolo assunto corriamo anche tali rischi, e non sarebbe stata la prima volta basti ricordare l’ultima campagna elettorale. Ma ciò che non è tollerabile è l’aver coinvolto persone estranee alla politica costruendo ad arte storie e fatti che pur non avendo nulla di fondato, hanno comunque procurato tanto disagio e dolore alle persone citate.
E ancor più grave è l’aver rappresentato fatti, ripeto falsi e artefatti, anche con la chiara intenzione di attentare alla tranquillità delle famiglie di chi personalmente infamato.
Chi è “Fra Dolcino” e che cosa voleva ottenere con lo scritto anonimo?
Questo “Fra Dolcino”, fondamentalmente non molto diverso, e non solo nel livore, da quel frate libertino che la storia e Dante nella Divina Commedia ci tramandano, fuorilegge, sanguinario, eretico e scomunicato, fuggiasco su di un monte per sottrarsi al rogo, lo ritengo un vile, un disperato, uno sconfitto, che escluso e posto ai margini della società legale e ordinata trae vigore, verisimilmente, nel sostegno di pochi altri sodali anche essi, per analoga natura, pronti ad ogni espediente per sollevarsi da insignificanti posizioni a cui sono stati relegati dalla vita. Lo scopo è chiaro, e la matrice è sicuramente politica oltre che personale. E’ un attacco al governo della città recentemente rafforzatosi, e non potendo fare attacchi politici diretti, altrimenti avrebbe dovuto metterci la faccia, ha pensato bene di sferrare con l’anonimato attacchi con argomenti “non politici” cercando di destabilizzare la serenità degli offesi.
E’ riuscito nell’intento; a livello amministrativo della città cosa è cambiato nella sua compagine?
Nell’immediato sicuramente sì, non è facile rimanere inermi di fronte a tali offese e calunnie e non avere la possibilità di contrastare uno scritto anonimo, ma penso anche che il tempo è galantuomo e rimette tutto al suo posto.
E’ vero, la diffamazione, la calunnia non resistono al logorio del silenzio. Ma quando l’infamia e la calunnia trova motivo nella virulenta volontà di fiaccare i rappresentanti di un’Istituzione tentando di colpirli nell’intima serenità dei loro affetti, l’unica risposta che voglio dare, anche a nome della mia maggioranza, è che non arretreremo di un passo, e con assoluto senso di responsabilità nei confronti dei cittadini rinnovo l’impegno per assicurare il buon governo della città, a baluardo di chiunque, sia questo “fra Dolcino” o altri sotto più bieco anonimato, voglia illecitamente interferire e/o interagire con l’azione amministrativa dell’ente.
E a livello personale/familiare, cosa ha comportato?
In questo caso non posso parlare per gli altri ai quali auguro comunque di uscirne bene e rafforzati in forza soprattutto della falsità delle offese e calunnie.
Personalmente dico con sincerità che è stato molto pesante. E non lo dico tanto per cosa e quanto ha provocato alla mia persona e alla mia sfera emotiva, perché oltre ad essere abituato a beceri attacchi sono ben consapevole della falsità delle offese, ma penso al dolore che ho provato e provo nell’aver visto soffrire inevitabilmente i miei affetti più cari, in particolare la mia compagna e i miei figli. Non meritavano di essere tirati in ballo da un vile e meschino anonimo, la famiglia è ciò di più sacro che possa esistere in questo mondo e nessuno dovrebbe neanche immaginare di provocarne dolore, a maggior ragione per secondi fini. La bassezza dell’azione del vile anonimo non ha precedenti nella storia politica della città.
E’ riuscito nell’intento? Sì, lo ammetto mi ha procurato dolore come ho detto e potrebbe anche minare i miei affetti, ma una cosa è certa, l’amore che provo per la mia famiglia non verrà mai meno e non potrà essere neanche scalfito da un vile anonimo che, evidentemente, oltre ad essere privo di moralità non ha neanche avuto il privilegio di provare tali sentimenti.
In ultimo, crede nella Giustizia?
Credo ad una serie di cose. Credo nelle brave persone, e per fortuna sono la maggioranza della società civile, che si sono strette a difesa degli offesi e delle loro famiglie, dando per nulla peso alle falsità e lasciando il chiacchiericcio ad uno sparuto gruppo di persone.
Credo nella giustizia? Certamente, sono convinto che tali nefandezze saranno ben punite da chi di competenza.
Ma credo anche in una sorta di Giustizia Divina, o più semplicemente nella risposta positiva che il tempo e la vita prima o poi ti dà restituendo ciò di cui sei stato privato.