Due medici in servizio presso l’Azienda Sanitaria Locale di Frosinone sono finiti al centro di un’inchiesta condotta dai Carabinieri del NAS di Latina, coordinata dalla Procura della Repubblica di Frosinone. L’ipotesi investigativa è grave: i due avrebbero incassato pagamenti in contanti per prestazioni sanitarie in regime intramoenia, eludendo i canali ufficiali e percependo in modo illecito le indennità legate al regime di esclusività. Un sistema che avrebbe fruttato loro oltre 90mila euro, ora sottoposti a sequestro preventivo.
🟥Una trappola ben architettata dentro le strutture pubbliche
Sotto accusa un sistema di elusione che mina la trasparenza sanitaria
L’indagine si inserisce nel quadro dell’operazione “Liste di Attesa”, disposta dal Comando Tutela della Salute di Roma, e porta alla luce un meccanismo di appropriazione indebita che getta nuove ombre sul funzionamento del sistema sanitario pubblico. I due medici, in servizio a tempo indeterminato, avrebbero ricevuto somme in contanti da pazienti per visite svolte all’interno delle strutture pubbliche, evitando volutamente il tracciamento delle prestazioni da parte dell’ASL di Frosinone.
🟥Indennità di esclusività incassate indebitamente
Un doppio guadagno ottenuto eludendo i controlli interni dell’ASL
A rendere più grave la condotta, secondo gli inquirenti, è il fatto che i due sanitari avrebbero continuato a percepire le indennità di esclusività, spettanti solo a chi rinuncia alla libera professione esterna. Insomma, un guadagno doppio: da un lato i compensi delle visite private non dichiarate, dall’altro le indennità mensili pubbliche ottenute senza averne diritto. Le somme sottoposte a sequestro ammonterebbero a 51.293,06 euro e 40.585,83 euro, per un totale di oltre 90mila euro.
🟥Una ferita aperta nel sistema delle visite specialistiche
“Visite in nero” e diseguaglianze: il prezzo lo pagano i cittadini
Il caso di Frosinone mette in luce una problematica ormai strutturale del sistema sanitario: le cosiddette visite in nero, un fenomeno che alimenta diseguaglianze e mina la fiducia dei cittadini nella sanità pubblica. Se da un lato ci sono pazienti costretti ad aspettare mesi per una visita in regime istituzionale, dall’altro si trovano operatori che, aggirando regole e controlli, traggono profitto personale ai margini della legalità. Le indagini sono ancora in corso e la vicenda è ora al vaglio dell’autorità giudiziaria.