L’arte della pace parte da Anagni
Nella suggestiva sala di Bonifacio VIII del Palazzo comunale di Anagni, immersa nella storia e nel fascino del Medioevo, venerdì 11 luglio è stata inaugurata la mostra “2025 segni di pace in cammino”, promossa dall’Associazione per la promozione delle Arti in Italia (APAI) in collaborazione con il New European Bauhaus. L’iniziativa, già insignita della Medaglia d’Argento della Casa Pontificia e di quella della Presidenza della Repubblica, rimarrà aperta al pubblico fino al 20 luglio.
Un messaggio globale fatto di arte e speranza
Sono 2025 le formelle – tante quante i giorni e gli anni che ci separano dal prossimo Giubileo – che compongono questa installazione unica, creata da artisti provenienti da tutto il mondo, noti e meno noti, giovani e anziani, studenti e amatori. Tra le firme: quella di Michail Gorbacev, accanto a quella di una giovane artista palestinese rimasta vittima del conflitto. Ogni formella è un tassello di pace, una voce diversa in un coro universale che parla di unità, riconciliazione e speranza.
Un progetto nato per unire
L’idea ha preso forma 25 anni fa grazie alla visione dell’artista Geremia Renzi, che ha inviato per l’occasione un messaggio commosso ai presenti: “Nel Giubileo del 2000 nacque il desiderio di raccogliere segni di pace, semplici ma potenti. Gesti capaci di esprimere il desiderio condiviso di umanità”. Il progetto continua a crescere, adattandosi e rigenerandosi in ogni città in cui viene ospitato, in una camminata artistica e spirituale che unisce mondi e storie.
Un evento condiviso con il territorio
Cicconi assessora alla Cultura, Stefano Raucci presentatore
La cerimonia di inaugurazione è stata introdotta dal giornalista Stefano Raucci, con il saluto dell’assessora alla Cultura Valentina Cicconi, l’accoglienza di madre Patrizia Piva, superiora delle Suore Cistercensi, e l’intervento di Francesco Aliperti di ArcheoAres. Presente anche il Comune di Anagni, che ha aderito con entusiasmo a questo progetto di valore culturale e umano altissimo.
Una coralità che commuove
Come ha sottolineato la curatrice Laura Lucibello, la vera forza dell’installazione è la sua capacità di trasformare i conflitti in ponti, in occasioni di dialogo e creatività. “La pace – ha detto – è affrontare in modo creativo i conflitti, facendo sì che entrambe le parti escano vincitrici”. Le formelle, osservate una ad una, trasmettono emozioni forti, parlano di fatica, sofferenza, ma anche di tenacia, vita e speranza.
Un mosaico in movimento verso Roma
In ogni tappa, l’installazione si plasma sul territorio, componendosi in mosaici diversi che rappresentano la bellezza della diversità in armonia. Un simbolo potente del cammino dell’umanità verso la pace. Dopo Anagni, l’opera viaggerà in Francia, Germania e Brasile, per poi concludere il suo percorso a Roma, dove sarà esposta fino al 31 dicembre 2025, nel cuore degli eventi giubilari.
Una chiamata collettiva all’azione
“Ogni segno racconta una storia. Ogni traccia è una possibilità. È una domanda che portiamo dentro: quale mondo vogliamo costruire?”. Con queste parole, Geremia Renzi riassume il senso profondo della mostra. E l’invito è chiaro: visitare l’esposizione con attenzione e apertura, lasciandosi guidare da quei segni silenziosi ma potenti che parlano dritto al cuore.