di Valeriano Tasca (Difendi Anagni) e Andrea Fiorito, coordinatore provinciale UDC
Abbiamo aspettato alcuni giorni per vedere le reazioni della politica locale dopo l’assemblea dei sindaci del 23 luglio u.s., tenutasi presso Palazzo Jacobucci della Provincia di Frosinone, nella quale si è parlato di SAF – Società Ambiente Frosinone e di biodigestore.
Proprio così, ancora il biodigestore. La questione sembrava chiusa vista la posizione del consiglio comunale della passata consiliatura e la “chiara” posizione del Sindaco che aveva detto mai più un impianto di questo tipo, facendo sborsare ai cittadini anche 30mila euro per un noto avvocato al fine di proporre ricorso al Tar contro la costruzione di questo impianto.
Purtroppo, terminata la campagna elettorale, il Sindaco pare essere di nuovo tornato sui suoi passi, abbracciando ancora una volta il sì all’impianto.
Qualche giorno fa l’assemblea dei sindaci ha votato favorevolmente per dare mandato alla SAF di comprare il 55% di Energia Anagni (la società che detiene i diritti per la realizzazione del biodigestore) per far sì che il biodigestore debba essere quindi costruito e gestito pubblicamente, mantenendo però un 45% di privato.
In pratica quello che accade con ACEA nella gestione del servizio idrico.
Ci piacerebbe sapere la posizione di Natalia e se questi ha avvisato il consiglio comunale e tutti i cittadini di Anagni.
Perché se il suo voto è stato favorevole allora ci deve spiegare perché i 30mila euro per il ricorso al Tar e perché ora è a favore del biodigestore.
In campagna elettorale quindi ha semplicemente finto una contrarietà al biodigestore per assicurarsi i voti di quella maggioranza di anagnini che il biodigestore non l’ha mai voluto?
Sarebbe opportuno spiegare queste novità a tutti gli anagnini, magari con un consiglio comunale aperto, anche per sentire il parere di qualche consigliere che era il candidato del no al biodigestore e soprattutto qualche candidato a sindaco che sui suoi manifesti scriveva “il sindaco del no al Biodigestore”.
Noi rimaniamo sulla nostra posizione che è quella del NO ma siamo preoccupati perché ormai ci pare che molti non vogliano più parlare di quell’impianto mostruoso da 100mila tonnellate di rifiuti, proprio per realizzarlo senza intoppi.