Le maglie della giustizia si stringono attorno ai criminali stranieri irregolari che operano sul territorio della provincia di Frosinone. Un cittadino serbo di 45 anni, già tratto in arresto nei giorni scorsi dalla Polizia di Stato, è stato espulso dal territorio nazionale dopo essere stato colto in concorso con altri due pregiudicati a commettere un furto.
L’operazione che ha portato al fermo del trio è stata condotta dal personale della Squadra Mobile e dell’UPGSP di Frosinone, che hanno arrestato i tre soggetti con l’accusa di furto e ricettazione in concorso. Il Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica di Frosinone aveva disposto per tutti la misura degli arresti domiciliari, in attesa del rito direttissimo.
Dopo l’avvenuta convalida dell’arresto, è scattato il protocollo per i controlli sulla regolarità del soggiorno. L’Ufficio Immigrazione della Questura ha svolto i dovuti accertamenti sulla situazione del cittadino serbo, che è risultato essere irregolare sul territorio nazionale e gravato da precedenti condanne per furti in abitazione, atti persecutori e minacce.
Il quadro che è emerso dagli accertamenti ha delineato il profilo di un soggetto con una lunga scia di reati alle spalle, rappresentando un pericolo concreto per la sicurezza pubblica. La presenza irregolare sul territorio italiano e i precedenti penali hanno reso inevitabile l’avvio delle procedure di espulsione.
Dopo aver ottenuto il nulla osta all’espulsione, l’Ufficio Immigrazione ha predisposto il relativo provvedimento firmato dal Prefetto e l’accompagnamento alla frontiera firmato dal Questore. Un iter burocratico che si è svolto con la massima celerità, dimostrando l’efficacia della macchina amministrativa quando si tratta di tutelare la sicurezza dei cittadini.
La convalida dei provvedimenti da parte del Giudice di Pace ha rappresentato il sigillo finale dell’operazione. Il magistrato ha ravvisato la pericolosità dello straniero, confermando la legittimità delle misure adottate dalle autorità competenti.
Il cittadino serbo è stato quindi condotto all’aeroporto di Fiumicino e imbarcato sul volo diretto verso il Paese natio. Un viaggio di sola andata che segna la fine della sua presenza indesiderata sul territorio italiano.
La misura dell’espulsione comporta conseguenze definitive per il soggetto: non potrà più fare rientro sul territorio nazionale, pena l’arresto in flagranza e l’immediato respingimento alla frontiera. Un divieto permanente che tutela la sicurezza dei cittadini italiani da chi ha dimostrato di non rispettare le leggi del nostro Paese.
L’operazione rappresenta un esempio concreto dell’efficacia del coordinamento tra le diverse forze dell’ordine e gli uffici amministrativi competenti. La sinergia tra Squadra Mobile, UPGSP, Ufficio Immigrazione, Procura e Prefettura ha permesso di neutralizzare rapidamente una minaccia per la sicurezza pubblica.
Questo caso dimostra come il sistema di controllo del territorio e di gestione dei flussi migratori irregolari funzioni quando tutti gli attori coinvolti operano con professionalità e tempestività. Una lezione per chi pensa di poter delinquere impunemente sul territorio italiano, sfruttando la propria posizione irregolare.