Un capitolo secolare si chiude in Lombardia e se ne apre uno nuovo nel Lazio. I frati cistercensi della storica Certosa di Pavia, dopo sessant’anni di presenza nel santuario visconteo, lasciano le terre lombarde per trasferirsi nell’abbazia di Casamari a Veroli, nel cuore della provincia di Frosinone.
La decisione, presa dalla Congregazione Casamariensis, segna la conclusione definitiva della gestione religiosa di uno dei più importanti monumenti del patrimonio italiano. La Certosa di Pavia, dalla straordinaria rilevanza storico-artistica, passa ora sotto la tutela del Ministero della Cultura attraverso la direzione nazionale dei Musei della Lombardia.
Il santuario lombardo, la cui costruzione risale alla fine del 1300 per volontà di Gian Galeazzo Visconti, chiude così le porte alla vita monastica attiva che lo aveva caratterizzato per decenni. Una trasformazione che rappresenta non solo un cambiamento gestionale, ma il tramonto di una tradizione religiosa che aveva trovato in questo luogo una delle sue espressioni più nobili.
L’abbazia di Casamari si conferma ancora una volta come punto di riferimento per le comunità religiose in difficoltà. I pochi frati anziani rimasti che vivevano nella Certosa di Pavia troveranno accoglienza in questo monastero del Frusinate, territorio che si distingue per la ricchezza di conventi e istituti religiosi, specialmente nell’area di Veroli.
Non si tratta della prima volta che Casamari apre le sue porte a confratelli provenienti da altri luoghi di culto. In tempi recenti, l’abbazia aveva già accolto altri monaci cistercensi provenienti dalla Certosa di Trisulti, dimostrando una vocazione all’ospitalità che affonda le radici nella sua stessa storia.
La storia dell’abbazia di Casamari è essa stessa un racconto di trasformazioni e continuità. Originariamente costruita dai monaci benedettini, è successivamente passata all’ordine cistercense, mantenendo sempre viva la tradizione monastica che oggi si arricchisce dell’esperienza dei confratelli pavesi.
I monaci cistercensi avevano fatto della Certosa di Pavia la loro casa per circa 60 anni, custodendo con dedizione questo gioiello dell’architettura gotico-rinascimentale. Il loro trasferimento dalla Lombardia al Lazio rappresenta un ponte ideale tra due regioni accomunate da una profonda tradizione religiosa e culturale.
Con il passaggio della gestione al Ministero della Cultura, la Certosa di Pavia si avvia verso una nuova fase della sua esistenza. Sotto la supervisione della direzione nazionale dei Musei della Lombardia, il complesso monumentale potrà essere valorizzato come patrimonio ecclesiastico e culturale, garantendo la conservazione di questo straordinario esempio di arte e architettura medievale.
Il territorio del Frusinate si conferma come una delle aree più ricche dal punto di vista della vita monastica italiana. La presenza di numerosi istituti religiosi e la vocazione all’accoglienza dimostrata da Casamari testimoniano la vitalità di una tradizione che continua a trovare nel Lazio meridionale un terreno fertile.
Questo trasferimento rappresenta molto più di un semplice cambio di residenza: è il simbolo di una comunità religiosa che, pur dovendo rinunciare alla sua sede storica, trova nuova linfa vitale in un territorio che sa coniugare rispetto per le tradizioni e capacità di rinnovamento. La Certosa di Pavia entra così in una nuova fase della sua storia millenaria, mentre i suoi custodi trovano a Casamari una nuova casa dove continuare il loro percorso spirituale.