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    Home » Interdittiva antimafia: la Prefettura di Caserta ordina la chiusura di diversi impianti di distribuzione di carburante
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    Interdittiva antimafia: la Prefettura di Caserta ordina la chiusura di diversi impianti di distribuzione di carburante

    frode fiscale da 112 milioni di euro: decine di impianti nel Lazio già chiusi o prossimi alla chiusura. Sigilli a due distributori di Anagni, uno di Vico nel Lazio e uno a Fiuggi. Indagine su carburante venduto a prezzi stracciati e sfruttamento lavorativo
    3 Ottobre 20254 Mins Read
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    Una maxi operazione contro la criminalità organizzata ha portato alla chiusura di oltre 200 impianti di distribuzione carburanti in tutta Italia a marchio Ewa e Sinergy, di proprietà della società Penta Petroli. Le misure interdittive antimafia sono state disposte dalle rispettive Prefetture territoriali e applicate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Almeno quattro degli impianti interessati dal provvedimento si trovano nella provincia di Frosinone: due ad Anagni (uno sulla via Anticolana, l’altro nel centro storico), uno a Vico nel Lazio e uno a Fiuggi. Diverse decine quelli dislocati sul territorio di Roma e provincia, altrettanti nel resto della regione.

    L’operazione, che ha visto protagonisti gli uomini della Guardia di Finanza, ha fatto emergere un sistema criminale di vaste proporzioni. Le accuse sono pesantissime: frode su larga scala, caporalato, sfruttamento lavorativo e rapporti con la criminalità organizzata. Un’indagine che ha preso il via dalla Guardia di Finanza di Caserta e che ha svelato un meccanismo tanto ingegnoso quanto illecito.

    Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tra il 2018 e il 2021 sarebbe stato messo in atto un sistema di “frode carosello” che avrebbe immesso sul mercato oltre 600 milioni di litri di carburante. Il tutto attraverso transazioni fittizie volte a evadere le imposte e a creare un vantaggio competitivo sleale. Il carburante veniva poi rivenduto a prezzi stracciati, molto al di sotto delle quotazioni di mercato, alimentando una concorrenza sleale che ha danneggiato gli operatori onesti del settore.

    L’evasione fiscale complessiva stimata dagli investigatori supera i 112 milioni di euro, una cifra che evidenzia la portata del fenomeno. Ma le accuse non finiscono qui. Secondo quanto riportato dal portale specializzato gestoricarburanti.it, parte del carburante sarebbe stato addirittura allungato con acqua prima di essere venduto agli ignari automobilisti. Un espediente che permetteva di aumentare ulteriormente i margini di guadagno illecito, a scapito della qualità del prodotto e della sicurezza dei consumatori.

    Tra le pratiche illecite contestate figurano anche le assunzioni di dipendenti fittizi in altri impianti, uno stratagemma utilizzato per eludere i controlli delle autorità competenti e mascherare il reale assetto organizzativo della rete di distribuzione. Il sistema avrebbe fatto ricorso anche al lavoro irregolare per abbassare ulteriormente i costi operativi e poter così praticare prezzi difficilmente sostenibili per i concorrenti che operavano nella legalità.

    Ad Anagni, l’operazione ha visto in prima linea i militari della Tenenza della Guardia di Finanza coordinata dal Luog.Te Angelo Carinci, che hanno curato gli aspetti relativi alle accise e alla gestione delle eccedenze di carburante rimaste negli impianti. A supportare le operazioni è intervenuta anche la Polizia Locale di Anagni, guidata dal dottor Fabrizio Mancini, che ha gestito la parte amministrativa per conto dell’Agenzia delle Dogane, notificando l’ordinanza di revoca della licenza ai due distributori presenti sul territorio comunale.

    È fondamentale sottolineare un aspetto cruciale della vicenda: i proprietari degli impianti interessati dai provvedimenti non sono in alcun modo coinvolti nelle misure interdittive emesse dalla Prefettura di Caserta. La licenza fiscale risulta infatti intestata alla società Ewa e i titolari delle strutture sono da considerarsi parte lesa in questa complessa vicenda. Molti di loro avevano acquistato semplicemente un ramo d’azienda, trovandosi ora a fare i conti con le conseguenze di un sistema criminale di cui ignoravano l’esistenza.

    La portata dell’operazione nella provincia di Frosinone potrebbe non esaurirsi qui. Sono almeno altri dieci i distributori presenti sul territorio provinciale a marchio Sinergy ed Ewa che, con ogni probabilità, nei prossimi giorni riceveranno analoghi provvedimenti di chiusura. Una situazione che rischia di creare non pochi disagi agli automobilisti della zona e ulteriori problemi economici per i gestori che si sono trovati inconsapevolmente coinvolti in questa intricata vicenda giudiziaria.

    L’inchiesta rappresenta un colpo significativo alla criminalità economica e dimostra come il settore della distribuzione carburanti possa diventare terreno fertile per organizzazioni che puntano a infiltrarsi nel tessuto economico legale attraverso meccanismi di evasione fiscale sistematica e sfruttamento del lavoro. Le autorità continuano a monitorare la situazione, mentre si attendono ulteriori sviluppi investigativi.

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